Cinzia BALDAZZI
– Giocare con le parole. Un’antologia per Gianni Rodari.
Favole,
fiabe, novelle, piccoli racconti, ninne nanne, scioglilingua, filastrocche,
storie, racconti, poesie, articoli, saggi, critiche letterarie: all’antologia
dedicata a Gianni Rodari, sotto l’egida dell’Associazione Culturale Euterpe, si
partecipa fino al 31 dicembre.
Avete
mai pensato all’importanza rivestita dalla “lettura” della matematica nel mondo
dell’infanzia? Una dichiarazione del genere potrebbe sorprendere sino a quando non
abbiamo l’opportunità di ascoltare o ri-ascoltare A inventare i numeri, l’amatissima filastrocca del nostro Gianni
Rodari, uscita postuma del 2006. La rammentate? Ecco un breve estratto:
"Inventiamo
dei numeri?"
"Inventiamoli,
comincio io. Quasi uno, quasi due, quasi tre, quasi quattro, quasi cinque,
quasi sei".
"È
troppo poco. Senti questi: uno stramilione di biliardoni, un ottone di millantoni,
un meravigliardo e un meraviglione".
"Io
allora inventerò una tabellina:
-
tre per uno Trento e Belluno
-
tre per due bistecca di bue
-
tre per tre latte e caffè
-
tre per quattro cioccolato
-
tre per cinque malelingue.
"Quanto
costa questa pasta?"
"Due
tirate d'orecchi".
"Quanto
c'è da qui a Milano?"
"Mille
chilometri nuovi, un chilometro usato e sette cioccolatini".
"Quanto
pesa una lagrima?"
"Secondo:
la lagrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino
affamato pesa più di tutta la terra".
"Quanto
è lunga questa favola?"
"Troppo".
"Allora
inventiamo in fretta altri numeri per finire. Li dico io, alla maniera di Modena:
unci dunci trinci, quara quarinci, miri miminci, un fan dès".
"E
io li dico alla maniera di Roma: unzi donzi tenzi, quale qualinzi, mele melinzi,
riffe raffe e dieci".
Gli illustri versi del grande Rodari, e chissà,
l’intera letteratura, la prassi pedagogica, l’etica giornalistica, appaiono tra
le fonti ispirative di Martino Ciano, ideatore di un’«antologia tematica per
una nuova cultura, volta a rileggere, riscoprire e approfondire mediante opere
di produzione propria (racconti, poesie, articoli, saggi e critiche letterarie)
un intellettuale di prim’ordine del panorama culturale italiano del secolo
scorso».
L’invitante progetto, intitolato Il «libbro» di
Gianni Rodari, prenderà forma all’interno della collana “Stile
Euterpe”, dove sono già stati realizzate le monografie
Leonardo
Sciascia, cronista di scomode realtà (2015) e Aldo Palazzeschi, il crepuscolare,
l’avanguardista, l’ironico (2016), entrambe edite dal fiorentino
PoetiKanten.
L’Associazione Culturale Euterpe, sotto la
presidenza di Lorenzo Spurio, apre dunque lo spazio, in un volume curato dal
docente e critico letterario Francesco Martillotto, a tutti coloro i quali
vogliano partecipare: i minori con «favole, fiabe, novelle, piccoli racconti,
ninne nanne, scioglilingua, filastrocche, storie raccontate», gli adulti nel campo
creativo di «racconti, poesie, articoli, saggi e critiche letterarie», con
l’unica, stimolante indicazione a rimaner fedeli «allo
stile, alle tematiche e al curriculum letterario che ha caratterizzato la
figura dell’intellettuale».
Nel 1980, in occasione della prematura scomparsa
di Gianni Rodari, furono pubblicati centinaia di essay o esegesi dialettiche sullo
scrittore, personaggio internazionale di prima linea e soprattutto operatore della
cultura nell’entourage della Sinistra, maestro elementare, giornalista,
pedagogista: personalmente, preferisco “parlarne” evocando le testimonianze dell’amico
fraterno, il docente di linguistica Tullio De Mauro, attraverso commenti acquisiti
“in diretta” durante i corsi frequentati presso l’Ateneo romano, altrimenti segnalati
a noi studenti sempre negli anni Settanta e di poco antecedenti la morte dell’autore.
Condividiamo, di
conseguenza, le riserve avanzate da De Mauro, docente a “La Sapienza” di Roma, famoso
per l’edizione mondiale del Cours de
linguistique générale di Ferdinand de Saussure, quando ribadiva:
Buona
parte degli esseri umani si guarda bene dal pensare troppo alle parole. Parlare
è una cosa così naturale! E, in certo senso, è vero: fa parte degli sviluppi
ordinari dei piccoli della specie imparare fin dai primi mesi di vita a
confrontarsi con le parole, a isolarne il suono tra i tanti che colpiscono l'orecchio,
a interrogarsi sul loro valore, a capirne il tono affettuoso o irritato, finché
un po' alla volta i piccoli imparano a produrre anche loro parole. E, da
allora, le parole accompagnano, come parole dette, ascoltate, lette, scritte,
pensate, sognate, ogni momento della nostra vita: la vita degli affetti, delle
amicizie e inimicizie, delle opere d'ogni giorno o più ardue, dei pensieri,
delle riflessioni banali o altre che siano. Vivere tra le parole è naturale
come respirare l'aria, dissetarsi con l'acqua.
Dopo aver sostenuto come «per molto
tempo quasi tutti gli umani non hanno pensato né all'aria né all'acqua, così in
generale non hanno pensato alle parole», De Mauro spiegava:
Alcuni
pochi però ci hanno pensato: i maestri che insegnano a scrivere, i grammatici,
i professori, chi fa titoli e articoli di giornale, chi fa vocabolari, chi
studia la struttura e la storia delle parole, e cioè i linguisti. In generale,
quanti ci hanno pensato lo hanno fatto con mente analitica. E anche loro
avevano le loro brave giustificazioni. Come si scrive questa parola? C'è una
parola per esprimere questo concetto? Per tradurre nella nostra lingua una
parola straniera? Qual è l'etimologia, la pronunzia, la struttura morfologica
di questa parola?
E terminava affermando con enfasi:
Chi
ha pensato alle parole lo ha fatto per rispondere a queste domande. E così un
po' alla volta la maggior parte dei competenti ha finito col convincersi che è
giusto considerare le parole una per una, come farfalle o insetti sotto il vetrino
dall'entomologo. Qua e là, per la verità, negli ultimi cinquanta, sessanta
anni, qualcuno ha cominciato ad avere qualche dubbio sulla cosa. Gianni Rodari
è stato in sintonia con questi.
Ora la buona sorte tocca a noi, magari sulle
tracce semiotiche, rispettando l’obiettivo del capolavoro rodariano Grammatica della fantasia (1937): sono
le pagine in cui nasce l’indimenticabile “libbro” che, «con due b sarà /
Soltanto un libro più pesante degli altri, / o un libro sbagliato, / o un libro
specialissimo?». La strada di successo da intraprendere suppongo sia quella indicata
nel progetto di Stile Euterpe: elaborare brani, inaugurare testi in un’ottica
escogitata a riscattare la «chiave meramente ludica e semplicistica» nella
quale il nostro autore, a fianco a diversi “classici”, fu durante un certo
periodo emarginato.
Nel merito di simile classicità, annoveriamo
uno degli aneddoti prediletti da De Mauro: candidandolo a voce a una cattedra
di Filosofia del Linguaggio parallela alla sua (precisando: «Non ho l’autorità
da solo» per eseguire un intento del genere), raccontava:
Così
si mise a ridere quando uscì la Grammatica
della fantasia e io mi buttai a scrivere che, con molta grazia e levità,
Rodari ci aveva dato un “classico”.
Ma, lo sappiamo, è il “gioco”
privilegiato dal geniale intellettuale di Omegna, collocare sempre l’enunciato nel
duplice registro realistico-immaginato, verosimiglianza-utopia. Cosa accade allorché
ricorriamo al veicolo formale, orale e scritto? A parere di Rodari, unico italiano
vincitore del rinomato Premio Hans Christian Andersen:
Si
prendano due parole a caso, dal vocabolario o da qualsiasi altro testo stampato...
Si gettino le due parole l'una contro l'altra e si osservino le varie
combinazioni, si afferrino i suggerimenti espressi dal loro occasionale
duello...
Su
quel pianeta hanno inventato un gioco
che
si chiama duello di parole.
A
impararlo ci vuole poco.
Uno
dice, una parola,
per
esempio pianta.
Il
secondo ne dice un'altra,
per
esempio gatti.
Il
terzo le mette insieme
e
inventa la pianta dei gatti.
Roba
da matti.
Ma
non è tutto.
Il
quarto la deve disegnare,
con
un gatto al posto d'ogni frutto.
Al
quinto invece tocca raccontare
la
storia del contadino
che
un giorno va per cogliere le pere
e
crede di stravedere
(La
storia come continua?
Prova
un po' a dirlo tu).
In sostanza, proverei a ipotizzarlo nell’antologia
proposta, guardando le coesioni semantiche messe in contatto tra i lessemi, altrimenti
isolati: e ciò in virtù di un’aura cosale,
consona al quid tipico della
filosofia di Martin Heidegger, in grado di rimandare al microcosmo del
linguaggio per trasmetterle; al contrario, l’universo comunicativo, per essere
compreso, rinvia alla rodariana «scuola grande come il mondo». Del resto, il
consiglio di Gianni Rodari è ulteriore, rinvenendo nel suo repertorio l’input di
dialogare con i tasselli semiologici,
le presenze oggettive: queste, infatti, non solo
“raccontano
segreti” preziosi, ma ci fanno avvertire che parole e cose contano in quanto
sono in relazione con noi, ciascuno e tutti insieme. Le parole stanno dentro di
noi, nella nostra memoria, nella memoria delle nostre esperienze vitali. Ogni
parola diventa viva davvero (e noi con lei) se la sentiamo come nodo di
relazioni con altre innumeri parole possibili, con le cose del vasto mondo, con
l'intera nostra personalità di “animali...”.
I partecipanti alla raccolta
affronteranno un impegno piacevole, meglio gratificante, forse anche complesso:
per Rodari, era importante «fare le cose difficili». Comunque, da ciò non
dovrebbe scaturire alcuna forma di scoraggiamento: in tale contesto, di sicuro,
le parole possono condurre a significati antitetici tra loro!
IL
BANDO DI PARTECIPAZIONE
STILE EUTERPE VOL. 4
«IL 'LIBBRO' DI GIANNI RODARI»
«IL 'LIBBRO' DI GIANNI RODARI»
Raccolta tematica organizzata dall' Associazione Culturale Euterpe. Speciale partecipazione ai minori con favole, fiabe, novelle, piccoli racconti, ninne nanne, scioglilingua, filastrocche, storie raccontate.
Un «libbro» con due b sarà
Soltanto un libro più pesante degli altri,
o un libro sbagliato,
o un libro specialissimo?
Il redattore della rivista di letteratura online “Euterpe” Martino Ciano ha ideato il progetto Stile Euterpe – Antologia tematica per una nuova cultura, volto a rileggere, riscoprire e approfondire mediante opere di produzione propria (racconti, poesie, articoli, saggi e critiche letterarie) un intellettuale di prim’ordine del panorama culturale italiano del secolo scorso.
I volumi già editi sono:
- AA.VV., Leonardo Sciascia, cronista di scomode realtà, a cura di Martino Ciano, PoetiKanten Edizioni, Sesto Fiorentino, 2015, 124 pp., ISBN: 9788894038859.
- AA.VV., Aldo Palazzeschi, il crepuscolare, l’avanguardista, l’ironico, a cura di Martino Ciano, Lorenzo Spurio, Luigi Pio Carmina, PoetiKanten Edizioni, Sesto Fiorentino, 2016, pp. 212, ISBN: 9788899325275.
La selezione di materiali per il terzo volume, Elsa Morante, rivoluzionaria narratrice del non tempo, a cura di Valentina Meloni nel 2017 non ha permesso la pubblicazione di un volume ma i materiali sono stati pubblicati nel n°22 della rivista (febbraio 2017).
Il progetto
Ogni edizione i redattori della rivista sceglieranno un autore contemporaneo.
Quest’anno i partecipanti potranno inviare saggi, racconti e poesie che siano fedeli allo stile, alle tematiche e al curriculum letterario che ha caratterizzato la figura intellettuale di Gianni Rodari. Il volume porterà il titolo di Il «libbro» di Gianni Rodari con riferimento ad alcune sue considerazioni apparse in Grammatica della fantasia (1937) in cui si legge: «Un “libbro” con due b sarà/ Soltanto un libro più pesante degli altri,/ o un libro sbagliato,/ o un libro specialissimo?».
Per la partecipazione all’iniziativa editoriale
bisognerà riferirsi all’opera dell’autore, alle sue fasi e percorso letterario,
ai suoi luoghi cari e alle tematiche di fondo della sua carriera di scrittore
di fiabe, racconti, narrazioni nonché di pedagogista, giornalista e teorico del
mondo del mirabolante. Gli autori potranno anche ispirarsi direttamente ai
personaggi delle sue narrazioni, ampliandone i caratteri o provvedere a sequel
o prequel di narrazioni già note mediante la narrazione di Rodari all’ampio
pubblico.
L’obiettivo non è quello di plagiare o scovare il nuovo Gianni Rodari, bensì omaggiare o rileggere lo stile dello scrittore di Omegna attraverso un’antologia tematica, aperta soprattutto a coloro i quali hanno apprezzato il serio impegno dell’autore nei riguardi del mondo dell’infanzia (ma non solo). In questo modo Euterpe vuole dare risalto ad autori che, benché siano piuttosto noti da poter definire ‘classici’ risultano spesso un po’ sommersi o letti in chiave meramente ludica e semplicistica com’è il caso di Rodari.
L’obiettivo non è quello di plagiare o scovare il nuovo Gianni Rodari, bensì omaggiare o rileggere lo stile dello scrittore di Omegna attraverso un’antologia tematica, aperta soprattutto a coloro i quali hanno apprezzato il serio impegno dell’autore nei riguardi del mondo dell’infanzia (ma non solo). In questo modo Euterpe vuole dare risalto ad autori che, benché siano piuttosto noti da poter definire ‘classici’ risultano spesso un po’ sommersi o letti in chiave meramente ludica e semplicistica com’è il caso di Rodari.
Selezione del materiale e composizione dell’antologia
I partecipanti potranno presentare:
- 2 poesie/ filastrocche/ ninna-nanne (massimo 30 versi l’una)
- 1 racconto/ favola/ fiaba (massimo cinquemila caratteri spazi esclusi)
- 1 saggio breve o articolo (massimo cinquemila caratteri: spazi, note a piè di pagina e bibliografia escluse);
- 1 recensione a un suo libro (massimo cinquemila caratteri spazi esclusi)
-1 intervista (allo stesso autore o a terzi nella quale risulti ben centrato il tema dell’infanzia o il riferimento a Rodari).
La novità di quest’anno è rappresentata dalla possibilità di partecipazione anche da parte di minori: bambini, ragazzi e adolescenti (sino all’età di 18 anni) e scuole che potranno inviare, grazie all’aiuto e alla disponibilità dei genitori, tutori, insegnanti o di chi ne fa le veci, le loro produzioni: favole, fiabe, novelle, piccoli racconti, ninne nanne, scioglilingua, filastrocche, storie raccontate.
Ci si può candidare a un massimo di due sezioni.
I lavori, corredati dei propri dati personali e un curriculum letterario, dovranno essere inviati a rivistaeuterpe@gmail.com entro il 31-12-2018.
L’organizzazione del futuro volume sarà promossa dalla Redazione della Rivista di letteratura Euterpe e l’opera verrà curata dal critico letterario prof. Francesco Martillotto.
Entreranno a far parte dell’Antologia un congruo numero di testi poetici, narrativi e saggistici nonché recensioni, articoli e critiche letterarie alle sue opere o eventuali adattamenti cinematografici di storie narrate.
La pubblicazione dell’antologia, che avverrà entro la primavera del 2019, sarà dotata di regolare codice ISBN, immessa nel mercato librario online e disponibile alla consultazione e al prestito in alcune biblioteche del catalogo OPAC della penisola dove verrà depositata.
La partecipazione alla selezione dei materiali è, come sempre, gratuita.
L’autore selezionato per la pubblicazione s’impegnerà ad acquistare nr. 2 (DUE) copie dell’antologia al prezzo totale di 20€ (spese di spedizione incluse con piego di libri ordinario) dietro sottoscrizione di un modulo di liberatoria rilasciato alla Ass. Culturale Euterpe e versamento della cifra direttamente alla casa editrice.
Non vi sarà una premiazione, non essendo il progetto volto alla costruzione di una classifica di premiati. Tutti i selezionati verranno pubblicati in antologia secondo i criteri sopra esposti. In base ai tempi di selezione e pubblicazione dell’antologia, sarà scelta una location dove verrà presentata l’opera alla quale gli autori presenti nel testo sono caldamente invitati a intervenire. Gli autori hanno altresì diritto e facoltà di proporre all’organizzazione eventuali luoghi e date, in vari ambiti del territorio nazionale, dove il volume – con il loro appoggio e aiuto – potrà essere presentato al pubblico.
www.associazioneeuterpe.com
rivistaeuterpe@gmail.com
ass.culturale.euterpe@gmail.com
Bellissima iniziativa sarebbe bello partecipare buon lavoro
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EliminaSpero tu lo faccia, Otello, perché ne hai le carte, e ho avuto modo di esprimerlo leggendo criticamente la tua poetica.
EliminaBrava Cinzia, tu non stuipisci mai ma fai tanto meditare su alcune figure intramontabili della letteratura per ragazzi. Sapessi quanto Rodari ha inciso nelle mie iniziative passate nel campeggio per adolescenti dell'Enel in Valle d'Aosta ai piedi del Cervino. E dietro avevo due assistenti del prof. Fabbroni dell'università di Bologna, Guerra e Garegnani. E quanto ho appreso anche da loro per la gestuone demcratica del campeggio.
RispondiEliminaBellissimo ricordo, Armando, che invece a me stupisce in modo positivo.
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