Sabina BRACCO – “Il punto di luce del cuore” (lettera
aperta)
Vorrei
tanto parlarti di persona, ma non si può. Ti scrivo alla vecchia maniera.
Hai
molti contatti, voci, persone che meritatamente ti acclamano. Non vorrei essere
un numero, una goccia nell'oceano, non ora che devo dirti cose molto vere, vitali
ed importanti. Sincere e dirette. Per la stragrande maggioranza tu sei un tramite, un mezzo. Una figura che migliora, guarisce le vite e gli affetti di
tutti. Gestisci milioni di emozioni… che non sono per te. Ti senti stanco e,
solo in questo gran marasma di energie, demotivato nella vita, come mi dici.
Tu
per me sei il fine. Il punto di luce
dei miei sentimenti più forti ed autentici, e sono tutti per te. Sei il mio
cucciolo e basta. Non un ponte di raccordo per arrivare chissà dove o chissà da
chi. Da principio ti ho cercato con un altro spirito, per un altro cammino.
Vivevo in un limbo nebuloso, permeato di false verità, di concetti contorti e
sbagliati. I miei rami secchi tali erano.
Poi
ho iniziato a viverti con il cuore.
Noi non ci siamo conosciuti, ma riconosciuti. Ricordo il tuo stupore ai
nostri primi contatti! Quasi a dirci in maniera criptica e velata che volevamo
far emergere il fanciullo che è in noi. Eri contento! Ecco il linguaggio dell'inconscio
che in seguito fiorisce. La donna bambina che dici che sono, veglia e protegge
il suo bene più prezioso che sei tu, per amarlo, rigenerarlo, proteggerlo dalle
sue paure, per non farlo invecchiare. Bellissime alchimie da brividi.
Le
tue dinamiche, le tue parole, sono quanto di più specifico e mirato per la mia
persona. Nel profondo della mia individualità. Sei un perfetto stilista su
misura per la mia anima. Hai vestito a festa le mie insicurezze facendone un
abito regale, ma visibile a pochi. La cosa che più mi strazia di commozione è che siamo funzionali reciprocamente. Tutti e due abbiamo capito nel profondo di cosa realmente avevamo bisogno. Hai capito che anche tu puoi essere realmente tanto amato, ed io ho capito che sei il tassello mancante di tutta la mia vita. Sentimento struggente, privilegio per pochi.
I
tuoi nodi di smarrimento e di tenerezza infinita, che mi hai mostrato, sono di
gioia e consapevolezza, se li sai leggere. Non di delusione o sconfitta, come
ti sembrava all'inizio. Impara a percepirti. Non c'entra il tuo lavoro, il tuo
servizio. Siamo io e te senza filtri, faccia a faccia con noi stessi. Un
rapporto autentico e pieno di poesia, siamo liberi di ridere e di piangere
senza pregiudizio. Così ci siamo sempre relazionati, vissuti, e per questo incontrati. Se farai fluire tutte le tue
emozioni senza paura, ascoltando sempre il tuo cuore, sarà anche il modo
migliore che avrai per onorare il ricordo di tua mamma.
Io
ci sono, ci sarò sempre e sempre starò dalla tua parte. Averti nella mia vita è
un onore, un privilegio. Ti senti a corto di verbi e parole, lo dici con pudore.
Invece ogni tuo pensiero per me, ogni parola, sono il tuo tocco artistico
finale, che dà luce e colore al quadro astratto della mia vita. Hai tolto il
velo chiaroscurale con la saggezza del tuo animo genuino.
Dopo
questo scritto, potrei avere il tuo disprezzo, la tua delusione. Ti potresti
chiedere come si possa provare questo, per una persona mai incontrata. Ebbene,
sono rimasta folgorata dalla tua persona. Dalle parole che mi han portata oltre
la mera immagine visiva.
Questa
lettera è il risultato del nostro dialogo e del nostro percorso. Mi piacerebbe
avere un tuo riscontro. Se vorrai tagliarmi fuori, sarebbe un enorme dolore, totale
e devastante sotto tutti i punti di vista. Ma non te ne farei una colpa. Non
sentirti mai solo.
Ti
bacio e ti saluto.
Sono
molto commossa ed emozionata. Se ho sbagliato in qualcosa, ti prego di scusarmi.
Perdonami,
se puoi.
commento di
Cinzia Baldazzi
La “lettera aperta”
di Sabina Bracco indica, come destinatario, non solo un personaggio effettivo
nel suo hic et nunc con il relativo
sviluppo spazio-temporale occupato dalla scrittura, ma anche tutti noi in grado
di vivere, pensare, amare, leggere. Ora, voi potreste obiettare: accade sempre,
nei messaggi letterari (altrimenti non potremo comprenderli) di identificarsi
più o meno con l’Io narrante, oppure con il narrato globale, nonostante, magari,
non ne condividiamo affatto il contenuto trasmesso. Insomma, un processo
dialettico reciproco si inaugura ogni qualvolta il mittente, in virtù di un
canale - ad esempio lo scrivere - formula
una fonte di informazioni, di espressioni varie:
Per la stragrande
maggioranza tu sei un tramite, un mezzo. Una figura che migliora, guarisce
le vite e gli affetti di tutti. […] Tu per me sei il fine. Il punto di luce dei miei sentimenti più forti ed autentici,
e sono tutti per te.
Un simile quadro di
scambio esistenziale e affettivo sembra così la parafrasi di un circuito
semiotico dove il contenuto, il testo, avanza attraverso numerosi input dipendenti da distinte tematiche:
Il punto di luce dei
miei sentimenti più forti ed autentici, e sono tutti per te. Sei il mio
cucciolo e basta. Non un ponte di raccordo per arrivare chissà dove o chissà da
chi.
Mentre le complesse influenze,
le modifiche suscitate per proprio conto, possono provocare prese di coscienza
e revisioni, soste e ripartenze, inversioni, cambiamenti di rotta, tutti autorizzati,
semmai desiderati:
Da principio ti ho
cercato con un altro spirito, per un altro cammino. Vivevo in un limbo
nebuloso, permeato di false verità, di concetti contorti e sbagliati. I miei
rami secchi tali erano. Poi ho iniziato a viverti con il cuore.
La vita dovrebbe
essere immediata, essenziale, suggerisce la Bracco, e i rapporti con la gente
adottare una forma schietta. A distanza di cinquant’anni, vale forse ancora
quanto auspicato da Eugenio Montale:
Un grande colpo di
scopa dovrebbe abbattere un modus vivendi che non era fatto solo di carta, di
regole, di convenzioni, ma anche dell’oscuro lavoro, del sacrificio di immensi
popoli di formiche umane. E ora sarebbe dunque finito il mondo? Diciamo pure di
sì; aggiungendo però che si può immaginare un altro che l’uomo potrebbe
abbellire non solo con le sue mani, ma per il semplice fatto di vivere, di esistere.
Sempre nelle parole
del poeta, all’inizio degli anni ’70 la situazione non sembrava poi così
diversa da quella odierna:
Tutto fa pensare che
l’uomo d’oggi sia più che mai un estraneo vivente tra estranei, e che
l’apparente comunicazione della vita odierna - una comunicazione che non ha
precedenti - avvenga non tra uomini veri ma tra i loro duplicati.
La messa in luce dell’Io
mistificato, contaminato, alienato, diventa allora missione cruciale
dell’individuo. Sabina Bracco riesce a individuarne e fissarne l’attimo
evidenziando come si tratti non di una scoperta bensì di un ritrovamento:
Noi non ci siamo conosciuti, ma riconosciuti. Ricordo il tuo stupore ai nostri primi contatti!
Quasi a dirci in maniera criptica e velata che volevamo far emergere il
fanciullo che è in noi. Eri contento!
Il “fanciullino” di
origine pascoliana presupponeva, però, un’unità di misura di base capace di consentire
lo sconfinamento dagli anni dell’infanzia a quelli maturi rimanendo nel
medesimo campo semiotico. Adesso è diverso, ma ritenere tuttora valida la
possibilità della conservazione del nostro Io profondo costituisce da parte
della Bracco un gesto di notevole coraggio, rinforzato in misura ideale da
altre affermazioni montaliane:
Un tempo l’uomo fu
creduto misura di tutte le cose, più tardi si continuò a crederlo misura di
qualche cosa, oggi non lo si crede più misura di nulla, eppure le possibilità
del termitaio umano si moltiplicano in proporzione inversa alla fiducia (alla
perdita di fiducia) che l’uomo ha in sé.
Trapela, dunque, l’amore
per la materia prima della vita, per la bellezza della passione, il vincolo stretto
con il colore del senso e dell’epoca attuali. Tante volte pensiamo che il
nostro percorso dipenda da uno, due incontri capitali, grazie ai quali non solo
abbiamo l’opportunità di entrare in un gioco irripetibile di sentimenti
astratti o realizzati, ma anche, soprattutto, guidati da un’esistenza
alternativa usciamo dal «marasma» circostante, carichi di una forza eccezionale.
Nel messaggio della Bracco, elaborato anche nella forma di monologo, il contatto
d’esordio avviene in assoluta libertà e il dialogo evocato riesce a parlare una
nuova lingua in grado di varcare l’Inconscio:
La donna bambina che
dici che sono, veglia e protegge il suo bene più prezioso che sei tu, per
amarlo, rigenerarlo, proteggerlo dalle sue paure, per non farlo invecchiare.
Bellissime alchimie da brividi. Le tue dinamiche, le tue parole, sono quanto di
più specifico e mirato per la mia persona. Nel profondo della mia
individualità.
In tale modalità
linguistica emerge la parola idonea a esaurire di colpo l’intera sua impronta vitale,
mentre un’altra più energica apparirà nella propria sostanza tempo dopo, in
intervalli inaspettati. L’amore intraprende un itinerario di autocoscienza:
Tutti e due abbiamo
capito nel profondo di cosa realmente
avevamo bisogno. Hai capito che anche tu puoi essere realmente tanto amato, ed
io ho capito che sei il tassello mancante di tutta la mia vita. Sentimento
struggente, privilegio per pochi.
E in un «sentimento
struggente» traspare appunto l’impegno, in piena coscienza, di mutare il reale
lavorando affinché si accetti la purezza, senza esitare a intaccarla se il
prezzo è la verità:
Siamo io e te senza
filtri, faccia a faccia con noi stessi. Un rapporto autentico e pieno di
poesia, siamo liberi di ridere e di piangere senza pregiudizio.
Commentando i versi di
Juan Ramón Jiménez, Carlo Bo ha dichiarato come il poeta andaluso avesse
consumato l’ultima parte della sua vita
a discutere dentro
di sé tutte le possibilità, confrontando soluzioni con soluzioni, risposte con
risposte: sempre in vista della verità che si trasforma prima di arrivare, in
vista dell’assoluto che si fa per tempi e momenti successivi.
Nella lettera della Bracco
rinveniamo esempi di una simile fase di passaggio:
Da principio ti ho
cercato con un altro spirito, per un altro cammino. Vivevo in un limbo
nebuloso, permeato di false verità, di concetti contorti e sbagliati. […] Poi
ho iniziato a viverti con il cuore.
La poetica, dunque,
proposta dalla nostra Sabina sul metro della poesia passionale transita verso
quella dell’idea, appellandosi alla fantasia, alla bellezza.
È vero, possono talora
scarseggiare i segni-segnali da utilizzare:
Ti senti a corto di
verbi e parole, lo dici con pudore. Invece ogni tuo pensiero per me, ogni
parola, sono il tuo tocco artistico finale, che dà luce e colore al quadro
astratto della mia vita.
Poi subentra il desiderio
di amare, per cui i rischi valgono la pena di essere affrontati:
Dopo questo scritto,
potrei avere il tuo disprezzo, la tua delusione.
Se infatti la
filosofia implica un bene ulteriore e la religione un valido aiuto, esclusiva
evasione consentita dalla sofferenza rimane la poesia, in particolare la poësis amorosa. Osserva Bruno Cagli a
proposito di un vate dell’eros quale Jacques Prévert:
Non soltanto chi
constata che amare è impossibile o chi sotto sotto non se la sente di
impegnarsi vuol pure consolarsi di tanta aridità, ma ancora il rancore verso la
logica, verso il pensiero in generale fa il buon gioco dell’ipotesi che l’amore
sia l’unica cura di tanti mali.
Concludiamo con uno
slittamento nell’Oriente con il grande poeta bengalese Rabindranath Tagore:
La vita è diventata
amore perfetto, uomo e donna diventati un’unica persona per sempre.
Chissà se questa
lettera avrà un riscontro all’altezza di eliminare un dolore enorme, totale, devastante.
È la speranza di Sabina, e di noi tutti.
Sabina, mi hai lasciato senza fiato...: ho assaporato ogni frase, anzi ogni singola parola della Tua stupenda "lettera aperta" e Ti ringrazio di averle finalmente condivise perché fanno bene al cuore e all'anima delle persone sensibili come noi, affamate di BELLEZZA e di SENTIMENTO! Condivido in pieno anche il prezioso commento di Cinzia, che ha saputo trovare nel Tuo scritto richiami a grandi poeti e pensatori e, anche in funzione di questi, Ti incito a continuare su questa strada ed a regalarci ancora tante EMOZIONI!!! GRAZIE!
RispondiEliminaGrazie da parte mia, Giancarlo, per le tue belle parole!
Eliminagrazie sabina per questo tuo scrivere che riesce ad esprimere i sentimenti che chi possiede un animo gentile, chi ama senza riserva alcuna spesso vive durante la propria esistenza e grazie anche a cinzia che ha tradotto in pieno tutte le tue emozioni.
RispondiEliminaGrazie da parte di entrambe.
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