Cinzia BALDAZZI - “Attimi… ritagli di vita”
tra pittura e poesia
I quadri di Mario Spagnoli e le liriche
di Veruska Vertuani in una mostra ad Aprilia (LT) - Biblioteca Comunale, Sala
Manzù, fino al 28 ottobre.
La
pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca.
(Leonardo da Vinci, Trattato della pittura, XVI sec.)
Qual
è un quadro, tal è la poesia;
alcuni
ti catturano di più
se
sei vicino, altri invece lontano;
amano
alcuni la penombra ed altri
esser
visti alla luce non temendo
l’occhio
severo del critico; piacque
quel
dipinto una volta sola, questo
piacerà
anche rivisto dieci volte.
Ut pictura pŏēsis: Orazio
inserisce e colloca nell'intelletto umano il precetto aristotelico della ποίησις-poiesis e degli elementi figurativi
quali organismi viventi: successive letture e giudizi confermano la scoperta in
principio di un quid, illuminando la
mèta della comprensione.
In “Attimi…
ritagli di Vita”, titolo della mostra pittorico-poetica allestita presso la
Sala Manzù della Biblioteca Comunale di Aprilia (LT) fino al 28 ottobre,
risulta centrale l’idea di accompagnare i dipinti di Mario Spagnoli ai brani di
Veruska Vertuani, ossia combinare idealmente linee e colori sulla tela con liriche
su fogli: un Kunstwollen (cioè, consapevolezza
e gusto) programmatico, suggerirebbe lo studioso Walter Binni,
promotore del concetto di poetica
moderna.
Noi. Piccoli artisti.
Come nuclei di pioggia scrosciante
siamo proiettati dagli uteri delle nuvole
nell'oceano dell’Arte.
Il destino ci ha regalato i remi,
la passione ci indica la stella Polare.
E ora tocca a noi navigare a vista.
«Questa
poesia di Veruska», racconta lo Spagnoli, alla sua prima “personale”, «mi ha colpito direttamente al cuore,
appena l'ho letta...». Nasce da lì il progetto di una galleria dove quadri e
versi possano dar luogo a “un’arte terza”, composta di fantasie cromatiche ispirate
dalla letteratura. Insomma, qualcosa di analogo a quanto sosteneva il greco
Σιμωνίδης-Simōnídēs di Ceo, maestro eccelso in elegie, inni, encomi e
ditirambi, vissuto tra il VI e il V secolo a.C.: «La pittura è poesia silenziosa, la poesia è
pittura che parla».
Reputo opportuno
valutare una simile riflessione in un piano referenziale attuale, non solo nei
confronti degli autori-creatori, ma anche dei lettori-spettatori, poiché, a tal
proposito, ancora Binni, agli inizi degli anni Sessanta, quasi profetizzava -
in Poetica, critica e storia letteraria
- l’esigenza di sapere e la volontà di adibire «tecniche e conoscenze,
coscienza storica e senso dell’arte alla ricostruzione e interpretazione delle
personalità nel movimento della storia generale» in modo che «nel suo atto
storico-critico siano presenti e disponibili tutti gli strumenti atti a
realizzare la sua operazione», dovendo essere chi ne usufruisce, nella pratica,
«tecnico, storico e uomo vivo nella cultura, nella storia, nell’arte…».
La nostra coppia,
quindi, munita di penna e pennello, espone produzioni nell’arco
temporale di un decennio: accostamento già sperimentato, la cui riuscita ed
efficacia, tuttavia, rimarrebbe comunque affidata alla compresenza nel
significante di nuances di colore e dati
del codice alfabetico, alla coesistenza semantica di toni arricchiti pittorici
e di quelli declinati in una grammatica polivalente. Così, in I miei sogni di Mario Spagnoli, le ricorrenze
del blu-viola, la delicatezza delle movenze, la curva del corpo, la magrezza
affusolata, rimandano a determinati e fattuali τόποι-tópoi del testo omonimo della
Vertuani:
Ancora
nei miei sogni
hai
tra i capelli il gesto di un’onda,
coccinelle
di sale ti ridono sul naso
e
gli occhi -senza giorno o sera-
li
appendi come stelle azzurre
a
ogni piccola cosa
che
ti faccia sentire nella sua casa.
Curvo
sul tempo
sto
capendo le tue ciglia socchiuse
le
scapole che si aprono al vento
e
s’irruga la voce
a
chiamarti nei miei sogni
di
strade senza arrivo
e
tu, mai partita.
Nei
miei sogni, olio e acrilico con sabbia e foglia argento su tela, 70x100
Lungo vettori ambigui
per libero arbitrio, forse divergenti, poetessa e pittore hanno invece deciso
di avvicinare le rispettive opere dal comune titolo Universi paralleli: intendendo stabilire, con segni-segnali
linguistici, lessicali-sintattici o figurati in linea diretta, l’impossibilità
di incontro tra le sagome delle torri newyorkesi, le altezze vertiginose degli sky scraper, l’altalenante spezzatura
dell’orizzonte dello skyline della
Grande Mela, e il mondo ristretto, minuscolo, a misura di umano, ritagliato nei
«dirimpettai», nella «luna lampionaia delle case», nella «tenda», nelle «scale
a capofitto»:
A
tracciare due linee parallele
sono
abili i sognatori a mano libera
lascia
loro questo compito
e
pensa, Amore, a dosare l'equilibrio
nel
poggiare qui il tuo universo.
Io
farò lo stesso
saremo
dirimpettai e di certo infelici
perché
due rette parallele ci insegnano
a
non incontrarci mai.
Avremo
però gioia nella notte
con
la luna lampionaia delle case
perché
io saprò che dietro quella tenda
quella
è la tua ombra, e tu saprai
che
dietro questo vetro
questo
è l'amore che ti aspetta.
Correremo
allora
le
scale a capofitto
ripidi
i respiri scenderanno in strada.
Lasciate
a noi questo compito
tracciare
due linee che si incontrano
che
siamo abili, innamorati a mano libera.
Universi
paralleli,
acrilico su tela, 50x70
Se l’arte dello Spagnoli
riconduce l’interesse alla natura materiale degli strumenti utilizzati (sabbia e lamine d’argento oltre ad acrilici, olio e tecniche miste), inviterei
però a non dimenticare - sempre sul livello della concretezza delle ars coinvolte - il fattore evocativo costituito
dalla sonorità delle strofe. A sorpresa, privi di una pianificazione
aprioristica, i versi godrebbero della chance
di risuonare nella sala Manzù: «Io e Mario ci alterneremo», spiega Veruska Vertuani
rivolgendosi ai visitatori, «per cui potreste avere due ciceroni di tutto
rispetto a illustrarvi i quadri e, perché no, a declamare qualche poesia».
Aggiunge Mario Spagnoli, estendendo il recitare
anche ai presenti in sala: «L'incanto che mi ha rapito nella lettura delle
poesie, sono sicuro verrà condiviso da tutti coloro che si cimenteranno a
leggerle».
Autorevole testimonial di un tale connubio è di
certo il nostro Leonardo da Vinci, con il Trattato
della pittura del tardo ‘400 dove teorizzava: «La pittura è una poesia che
si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede».
Del resto Walter
Binni, l’insigne accademico già citato, nella sua innovativa ricerca critica ha
ritenuto proficuo dedicare un saggio, Michelangelo
scrittore (1975), appunto al supremo Buonarroti, nel quale è in grado di
dedurre, in virtù di tesi potenziate da ricche documentazioni, quanto l’arte
figurativa e la poesia siano complici esemplari nel suscitare - con urgenza e solidarietà
- tensioni sentimentali o di matrice esistenziale, costruttive e dinamiche. Con
tutto ciò, lo studioso era ben lontano dal presupporre «l’assoluta similarità
delle forme espressive dell’artista e del poeta in nome di una centrale e
unitaria tendenza plastica», enfatizzando al contrario l’autonomia e la
genialità indipendente dei due campi.
Portami
dove
le farfalle abitano l'immortalità
parlami
dei sogni qui e solo qui
perché
alla luce basta un attimo
per
bagnarli di ruggine.
Dimmi
che ci sarà una vita degna di questo istante
noi
come foglie che si avviluppano alla penombra
e
in verticali di linfa ci facciamo carne.
Nella
favola,
olio e acrilico con sabbia su tela, 70x100
Un elegante snodo
di nastri istoriati con ideogrammi orientali, il groviglio di foglie originate
da mosaici e vetri dipinti, due perfetti circoli agli estremi, con cromie calde
e fredde oppositive: il comporre di Spagnoli in Nella favola viaggia tra geometrie astratte e reminiscenze del
decorativismo vegetale, ritrovando nel repertorio della Vertuani la dimensione
onirica delle sfere variopinte, il viluppo del fogliame, la lotta eterna tra la
«linfa» vitale e la «carne» da una parte, in continua crescita e progress, e la «ruggine» dall’altra,
deterioramento inevitabile di un mondo inanimato.
All’evento
inaugurale interviene il Presidente della Federlazio, dott. Silvio Rossignoli,
con la compagna Giovanna Prina, e il M° Antonio De Waure, presidente di “Arte
Mediterranea”, fucina pittorica ospite dei primi passi artistici di Mario
Spagnoli. Letture poetiche a cura di Maria Costanzo e Veruska Vertuani.
L’esposizione, aperta
fino al 28 ottobre, effettua i seguenti orari: feriali 9-13 e 16-19, festivi
10-13 e 16-20. Ingresso libero.