Nel sito
monumentale di San Leucio, a Caserta, si è svolta la cerimonia del XIX Award Cultural
Festival International “Tra le parole e l’infinito”: concorso letterario, premi
alla carriera e un’intera orchestra in scena.
Mai gli uomini
indietreggiano davanti a un ostacolo
se saranno
proposti grandi premi a chi tenta grandi imprese.
Tito Livio
Talvolta vorrei immaginare una favola
scenica o teatrale dove ambientare performance
efficaci di correnti espressive, civiltà letterarie, figurative, musicali, eccelsi
operati dell’uomo, quotidiani o storici nel percorso diacronico-sincronico di
una certa epoca: la nostra, in particolare. Assorta in un simile stato d’animo,
con gli altri raggiungo da Caserta il borgo di San Leucio mentre scende il crepuscolo. Lasciata
l’automobile al di fuori dell’arco borbonico, ben sorvegliata da una coppia di rassicuranti
leoni di pietra (non quelli del Potëmkin
a Odessa!), salgo l’imponente scalinata a doppia rampa diretta al Belvedere: oltre
la facciata con il monumentale timpano centrale, ecco una serie di vasti
cortili, delimitate da architetture eleganti, leggere, scandite da un duplice
ordine di lesene e da finestre rischiarate da un incisivo biancore a contrasto
con la cima della collina sovrastante immersa in un buio fitto.
Il nero e il bianco: lo Yin e lo Yang? Forse il medesimo nodo ancestrale della vita: eppure, quando nell’ultimo
spiazzo scorgo giochi di luce colorare di tinte pastello i portici laterali, rimango
sorpresa. I riflettori illuminano l’orchestra già in prova e la platea è occupata
da numerosissimi invitati. Sono tutti lì: artisti, rappresentanti degli enti
locali, personaggi insigni, scrittori premiati con ammiratori e conoscenti, professionisti,
imprenditori di larga fama, campioni della diplomazia e delle Forze Armate,
gente dello spettacolo, musicisti.
Il cav. Nicola Paone mostra un’indole discreta,
saluta, si dilegua, riappare con un sorriso, svanisce di nuovo. Il suo Festival
Internazionale “Tra le parole e l’infinito”, adesso sotto l’egida dell’Award
Cultural Festival International, è al traguardo della XIX edizione, con il
patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Caserta. Una location sempre prestigiosa, nelle varie stagioni: il Real Sito di
San Leucio oggi, nel 2017 la Casina Vanvitelliana di Bacoli, in precedenza teatri
popolari come l’Italia di Acerra o il Garibaldi di S. Maria Capua Vetere. «Il
rapporto con il territorio è per noi fondamentale», sostiene Paone: «Crediamo
fortemente nel progetto di rinascita culturale della provincia di Napoli. Il
concorso “Tra le parole e l’infinito” è ormai diventato appuntamento fisso nel
panorama delle attività culturali e sociali della Regione Campania, ed è
sicuramente un’occasione fondamentale per far veicolare l’immagine di un paese
fortemente deciso a rendere “leggibili” bisogni, operosità, voglia di essere
protagonisti nel percorso culturale».
«Alcune persone sognano il successo,
mentre altre si svegliano e lavorano sodo», asserisce un anonimo. Il cav. Paone,
di certo, appartiene a entrambe le categorie, perché il sogno di un autorevole rendez-vous annuale dedicato
all’incremento della cultura, alle sue pause di fratellanza, è stato possibile
solo per mezzo di scrupolo, capacità e diligenza assidui concentrati su se
stesso, pur coadiuvato da collaboratori efficienti. Ne scaturisce un dialogo
intenso, vivacissimo, con spettatori, scrittori, lettori, insegnanti o
discepoli, sulla tensione a gestire una visione dell’aisthetiké complice di prassi dinamiche originali, adeguata a cogliere
il messaggio di profili sintomatici nella tradizione: come Dante, suggeriva
Emilio Cecchi, con Michelangelo, Campanella, Leopardi, oppure Ariosto insieme a
Shakespeare. In loro, il fluire sinergico della “filosofia dello spirito”
sprofondava nello storicismo concreto, in una trama di confronti ininterrotti
con il reale, inseriti nella contingente saggezza accresciuta da un impeto
libero, trionfante.
«Il nobile possesso della scienza non
deperisce se sparso tra molti, e, distribuito in parti, non sente danno alcuno
di diminuzione, anzi tanto più vive nei tempi, quanto più, con la divulgazione,
diffonde la sua fecondità». Sono parole del re Federico II, poi duca, in
seguito imperatore: intellettuale innovatore, aiutò artisti e studiosi nei decenni
iniziali del XIII secolo. Lo ricorda Nicola Paone introducendo il classico, lineare
schema dell’evento: il concorso letterario “Tra le parole e l’infinito”, riservato
alla prosa; il Premio alla Carriera “Ad Haustum Doctrinarum” (cioè “alla fonte
delle dottrine”, secondo la circolare di fondazione dello Studium napoletano
costituito nel 1224 da Federico II); il Riconoscimento alla Carriera “Labore
Civitatis”, testimone del rigore professionale, etico e di sacrificio per la comunità.
Sul palco, il compito di condurre la
serata viene affidato alla giornalista Ertilia Giordano. Avvenente, competente
nell’esibire un perfetto eloquium alla
Stanislavskij, accompagna lo spettacolo con intuizioni-espressioni basate su una
dialettica brillante ed erudita, non strumentale né superflua, maieutica, quasi
filologica: forse, nell’intento di proiettare in noi un grado effettivo di quel
prezioso esemplare di correttezza, a smentita di false culture ufficiali intervallate
da silenzi mal calcolati e lodi esagerate.
Ecco in scena i vincitori del settore narrativo.
«Il concorso nasce nel 2000», precisa Paone, «come motivo d’incontro per
l’apertura di nuovi interessi ai nascosti bisogni della sfera emotivo-sentimentale
dei giovani del nostro Paese, e lo scopo è stato di scoprire, promuovere ed
evidenziare opere e autori esordienti o già affermati, nonché di esortare alla
scrittura e alla lettura le nuove generazioni». Si acquisisce così lo sprone a incunearsi
nelle diverse prospettive creative animate da una forza espansiva diretta al
domani, mai inibita da orme categoriali del passato, incentivata invece dal
corpus critico della storia, incline in chiave duttile alle tendenze rinnovate,
niente affatto demolite, di ogni periodo.
Una commissione superiore ai cinquanta
giurati, presieduta con lungimiranza da Vincenzo Falcone, ha valutato centinaia
di brani in prosa (compresi interi volumi), assegnando sette distinti livelli di
awards, con candidati dall’Italia e dall’estero
(Argentina, Romania, Filippine, Spagna, Brasile, Germania, Bolivia, Francia,
Polonia, Serbia). «Già dalla prima edizione si era manifestata una notevole
partecipazione nazionale», commenta il cav. Paone: «Ciò ha condotto, anno dopo
anno, a una vasta adesione di autori di tutte le età e di molte nazionalità.
Abbiamo avuto gemellaggi con associazioni estere, ottenuto notevoli
partecipazioni addirittura da persone recluse nelle case circondariali».
La vetta del podio tocca a Orazio
Tognozzi di Pistoia per il libro Leggenda
del contadino soldato, iter di mezzo secolo di vita di Leopoldo soprannominato
“Poldino”, fante nella Grande Guerra, quindi esploratore nel conflitto mondiale
tra il ‘39 e il ‘45: un’esistenza praticamente vissuta combattendo nel deserto
della Libia contro i Turchi, o in Valsugana a respingere gli Austroungarici,
nella lotta per sopravvivere nell’inferno di Mauthausen, nell’impatto con i
fascisti appena rientrato in patria. Cervello fino e pelle dura lo preservano
dalla sciagura («la paura, io l’ho vista in groppa a una lepre»), ma altri, in modo
analogo incastrati in simili follie, riescono a conquistare la salvezza al
prezzo di cambiamenti radicali della propria natura. Leopoldo - l’autore ne è
consapevole - non comparirà su antologie scolastiche ed enciclopedie: eppure, quanto
da lui affrontato risulta proficuo rammentarlo e rispettarlo, tramandandolo di
padre in figlio.
Salgono sul palco due testimonial “in
atto”, ossia non in uno standard di modelli emulativi: anzi, segno e segnale della
ricerca di una costruzione non scontata, inedita nella persuasione, avversaria
delle chiuse istituzioni mortificanti rispetto a istanze idonee alternative. Sono
l’on. Flora Beneduce, madrina dell’evento, consigliere regionale della
Campania, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Generale e
Pronto soccorso degli Ospedali Riuniti Penisola Sorrentina; e Gerry Danesi,
console onorario del Nicaragua a Napoli, presidente dell’Associazione onlus Alma
Mundi e fondatore un anno fa dell’omonima orchestra ora schierata sul palco. Illustrano
dunque l’area promotrice dell’arte, l’impegno nelle strutture, l’allargamento culturale
a vantaggio dei valori positivi, da sempre emblemi della fisionomia del meeting
internazionale. Insieme, espongono quindi l’iniziativa umanitaria “Un farmaco
per tutti”, dove l’ambito ospedaliero e clinico della Beneduce è riunito alla lotta
- in difesa dei poveri, per cancellare diseguaglianze nonché ingiustizie - condotta
dalla onlus di Danesi in Centro America e in Africa.
Scegliendo l’icona di Dante Alighieri
per il logo della XIX edizione, Nicola Paone evoca le matrici della lingua italiana,
poi, con un ipotetico salto di cinque secoli, si ricollega a Giacomo Leopardi,
intitolando il concorso per racconti “Tra le parole e l’infinito”: immagini
significative, giganteschi guardiani di langue
e parole, garanti del buon esito, in
un topos denso di richiami simbolici del lavoro, del merito, della solidarietà.
Nel tardo ‘700 San Leucio vide, del
resto, la nascita di un esperimento unico in campo produttivo, compiuto da re
Carlo di Borbone, quindi dall’erede Ferdinando IV. Una manifattura di differenti
tessuti, soprattutto seta, con annesse dimore per gli operai (munite di acqua
corrente e servizi igienici), addestramento professionale, scuola primaria
gratuita, alcuni prototipi di attuali “benefit” tra i quali l’assistenza
sanitaria, senza dimenticare un cruciale passo verso la par condicio tra donna e uomo.
Lo descrive Vincenzo Mignone in apertura
del sofisticato catalogo: «furono codificati i comportamenti e le relazioni fra
i “setaioli” con particolare attenzione alle figure femminili, la cui dignità
sul lavoro e indipendenza nelle scelte anche familiari erano sancite
ufficialmente» (non è difficile scorgere, a riguardo del ruolo convenzionale
del sesso debole, l’intervento della
regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena al momento della stesura degli Statuti
della Real Colonia). Un progetto, insomma, sviluppato sulla convivenza del
colbertismo e del metodo cognitivo illuminista, intercalato a un’utopia
socialista ante litteram, non svincolata
però da un concreto pendant: profitti
aziendali reinvestiti nella struttura collettiva in compagnia di un paternalismo
utilitaristico che consigliò di installare un telaio persino nelle case degli
artigiani.
In sostanza, colpisce la riflessione sull’aspetto
diremmo oggi “meritocratico” di determinate consuetudini leuciane: per
contrarre matrimonio i futuri sposi (di almeno venti anni gli uomini, mentre le
donne minimo sedicenni), dovevano dimostrare di aver conseguito uno speciale
“diploma al merito” concesso dai Direttori dei Mestieri; inoltre i dipendenti ricevevano
un bonus in denaro in base al livello
di perizia guadagnata.
La famiglia regnante a cavallo tra Sette-Ottocento sembra
ricoprire l’incarico di patrocinatore ideali dei ulteriori settori voluti dal
cav. Paone accanto al concorso: il Premio alla Carriera “Ad Haustum
Doctrinarum” (conferito a «persone che con il loro agire hanno contribuito al
progresso della Regione e della nostra Nazione, come luogo di aggregazione e di
fermento culturale, rappresentando essi
stessi fonte di dottrina»); il Riconoscimento alla Carriera “Labore Civitatis”
(«destinato a rappresentare l’impegno laborioso, fatto con etica e sacrificio,
per coloro che, affrontando difficoltà e fatica, si pongono al
servizio della comunità per il progresso socio-culturale della Nazione»).
Dall’India, da Ahmedabad, pare di udire l’eco della voce dell’imprenditore Vaibhav
Shah: «Ogni volta che il mondo vede una persona di successo, nota solo la
gloria pubblica, e mai i sacrifici fatti in privato per raggiungerla».
Suggestiva
la performance dell’orchestra Alma Mundi, formata da musicisti cui è stata
fornita una chance unica: «Lo scopo è
stato di dare visibilità ai tanti giovani talenti musicali della nostra terra»,
spiega Gerry Danesi, «soprattutto a quelli provenienti da fasce sociali non
abbienti». Al classico incipit con l’Inno
di Mameli, seguono brani dalla Carmen
di Georges Bizet, dalla Cavalleria
Rusticana di Pietro Mascagni, dalla Tosca
(“Recondita armonia”), dalla Traviata
(“Brindisi”) di Giuseppe Verdi, con l’apporto pregiato di due virtuosi del bel
canto, la soprano russa Marina Zyatkova, il tenore Giacomo Mosca.
Nell’ambito
della lirica ritira il Riconoscimento alla Carriera il famoso M° Alberto
Veronesi, Direttore Musicale del Festival Pucciniano di Torre del Lago e
dell’Opera Orchestra di New York. Con lui, seduto nella fila avanti a me, ho
avuto il piacere di conversare, comunicando tra l’altro l’incanto del
repertorio dell’Opera e dell’Operetta che coltivo nel cuore sin dall’infanzia.
Intanto
Nicola Paone, indaffarato “tra le quinte”, richiesto di frequente (invano) sul
palco, accoglie il folto gruppo dell’UNAC - Unione Nazionale Arma Carabinieri,
presente sul territorio campano in primis grazie alla sede di Maddaloni fondata
dal presidente cav. dott. Gaetano Letizia, cui è inoltre affidato il
coordinamento di Caserta e della Regione Campania. Una circostanza preziosa per
incontrare la comunità dei Carabinieri – anche in congedo, nonché i famigliari
e i simpatizzanti dell’Arma – apprezzandone il volontariato a tutela
dell’ambiente, della cultura, della Protezione Civile, del patrimonio
artistico, dell’assistenza a disabili e minori. «Queste manifestazioni
culturali», osserva Paone, «creano l’occasione per portare a conoscenza
fermenti e aspirazioni di quanti quotidianamente sono impegnati nell’abbattimento
delle barriere sociali».
Poi la ruota gira a mio favore.
Camminando verso il palcoscenico, dove riceverò il Riconoscimento alla Carriera
“Labore Civitatis” per il mestiere di critico letterario e l’opera di
diffusione a sostegno della poesia, considero come il fenomeno estetico, nel
tramandarsi, sebbene mantenendo un giusto quid
competitivo, abbia questa sera mirato a radunare ladies and gentlemen, ragazzi e anziani, per gioia e diletto a
celebrare il misterioso fascino della bellezza.
Ragiono su Pericle, allorché, nell’eccelsa
democratica Atene del V secolo a.C., ultimate le guerre Persiane e del
Peloponneso, proclamava: «Molte occasioni di svago dai travagli della vita
abbiamo creato per lo spirito, istituendo giochi e feste che si succedono dall’inizio
alla fine dell’anno». Il grande Περικλῆς, con il suo Partenone, incentivando così i seguaci delle Muse, auspicava la
coesione perfetta della collettività in un’alta qualificazione intellettuale
delle cerimonie: inserendole nel corpo omogeneo dello stato, richiamava comuni
appartenenze in grado di identificare l’organismo della polis con la storia passata, disseminata a quei tempi di elementi
della mitologia.
Emozionatissima, stringo in mano lo
schema di un breve discorso da leggere. Poi, aiutata da un’atmosfera
rassicurante e cordiale, dopo ringraziamenti sinceri, ignorando gli appunti,
commossa dichiaro: «Se ricevo un riconoscimento tanto gratificante per
l’attività svolta nel campo della critica e della promozione letteraria, lo
devo anche a tutti coloro di cui mi sono occupata: poeti, scrittori, oppure
uomini di teatro o esponenti del mondo dell’arte. Senza di loro, un simile
lavoro non avrebbe potuto aver luogo. È come se la luce che li caratterizza si
riflettesse su di me e illuminasse quello che scrivo».
Tornando tra il
pubblico, nella mente trapela un altro ricordo, ovvero una quartina di Collodi
situata a “morale” di una favoletta (a proposito della “favola scenica” citata
nelle righe d’esordio) in una sfumatura di magia assai consona all’hic et nunc vissuto: «La cortesia che le
bell'alme accende, / Costa talora acerbi affanni e pene; / Ma presto o tardi la
virtù risplende, / E quando men ci pensa il premio ottiene».
Al termine cala la penombra, complice
nell’evitare di interrompere la sorgente del sogno condiviso, poiché era reale:
ricollegandomi alle parole pronunciate, provando a scendere dal cielo assoluto
dantesco all’Olimpo in cui credeva Virgilio, compagno di viaggio
nell’oltretomba, azzardo nel porre Ugo Foscolo vicino a Dante, a Leopardi.
Concludo con i versi del primo Inno de Le
grazie, dove la poetica foscoliana acquistava un profilo di vittoria, di
maggiore energia, proiettate nel mito eterno della giovinezza, ossia
dell’immortalità: «Fra l’arti io coronato e fra le muse / alla patria dirò come
indulgenti / tornate ospiti a lei, sì che più grata / in più splendida reggia,
e con solenni / pompe v’onori».
Ringrazio l'ing. Adriano Camerini per la collaborazione durante la stesura del testo.
Ringrazio l'ing. Adriano Camerini per la collaborazione durante la stesura del testo.
Ho letto tutto d'un fiato l'iter della premiazione di questo prestigioso concorso letterario che con le tue preziose parole hanno saputo creare la magia di essere lì con tutti voi, commuovendomi e respirando l'aria sublime di festa e di onori. Non mi meraviglia, Cinzia cara questo tuo meritatissimo premio, perchè so e vedo la tua dedizione continua per la cultura e per tutti noi che cerchiamo di scrivere qualcosa. Congratulazioni e grazie per avermi resa partecipe dell'evento e della tua gioia e per essere la Donna umile e generosa che sei. Rosanna
RispondiEliminaParole commoventi, Rosanna, alle quali... è difficile rispondere in modo esaustivo.
EliminaGrazie.
Cara Cinzia, grazie ai modi del tuo puntuale reportage ho potuto viverne l’atmosfera non solo coi sensi - ché quasi si percepivano gli odori dell’essere lì quella sera, e i tepori - ma anche con i sentimenti che la tua sapienza espositiva sollecita tanto da non saper resistere ai richiami di così attraente convocazione. Ancora auguri per il tuo meritato riconoscimento.
RispondiEliminaGrazie, Fabio, per le tue considerazioni veramente lusinghiere.
EliminaCara Cinzia, ho letto con particolare attenzione ciò che hai scritto su "Adriano", che mi ricorda il tuo simpatico figliolo, l'altro non ho avuto ancora il piacere di conoscerlo. Comincio subito coi complimenti vivissimi, per l'elevato tasso culturale che hai impresso ad un Premio, di notevole caratura, già di per sé. Sai qual è il tuo "segreto?" Possiedi un talento culturale che ti porta ad affrontare le cose difficili, rendendole facili; riesci a metterti nei panni degli atri, interagendo positivamente (con parole erudite), ma comprensibili. Per esempio, spazi da Dante a Michelangelo, da Leopardi ad Ariosto fino al grande Shakespeare con estrema facilità, mettendo in luce la tua cultura poliedrica. San Leucio, è rimasta affascinata dal tuo talento, mi ricordo benissimo le belle parole che la simpatica e brava presentatrice Ertilia Giordano ha "speso" per te, non a caso. La serata, con te, è divenuta una favola...quindi, ti assicuro che il prestigioso Premio alla Carriera che ti è stato attribuito, è del tutto meritato. Anche lo "sfuggente" ma bravissimo Cav. Nicola Paone si è sentito onorato di averti tra gli eletti. Sono orgoglioso della tua amicizia. Un abbraccio e un caro saluto pure alla tua famiglia, che per te stravede.
EliminaCaro Sergio, nonostante il lavoro portato avanti da decenni, privilegiando la lettura degli scritti, del pensiero/poetica e dell’opinione altrui, e la conseguente - quanto mai plausibile, sia pur personale - interpretazione di essi, dinanzi a questo commento ho qualche difficoltà.
EliminaPer qual motivo? Proprio perché non ho sinceramente nulla da aggiungere, in quanto il riscontro del tuo messaggio sulla mia persona, psiche e cultura, è talmente forte da lasciare senza parole. Eccetto, è logico, il dovuto ringraziamento per la stima del quale è segnale.
Ma del resto, cosa aspettarsi da un uomo della tua esperienza, dalla conseguente vasta conoscenza della mente, delle idee, del comportamento umano, se non realizzare un perfetto rapporto con il piano referenziale di riferimento, in questo caso la mia personalità? Credimi, indipendentemente da amicizia e alto giudizio reciproco, il tuo punto di vista dello spazio che ognuno di noi occupa nella vita, del corso della storia umana come procede, è emozionante, intenso. Soprattutto coinvolgente. Complimenti, dunque, per la efficacia comunicativa - nel bagaglio di informazioni, nonché nel modo di gestirlo – ogni volta sempre con nuovi mezzi trasmessa.
Grazie da parte mia e della mia famiglia, compreso Adriano il quale, pur essendo omonimo dell’imperatore nonché di sua nonna Adriana, purtroppo… è figlio unico.
Un abbraccio anche da parte di lui.
Dal crepuscolo di un evento brilla una perla magica e illumina quel desio che in ogni anima alberga.Un premio che rende giustizia e lustro alla soffusa luce che non abbaglia.La sua immagine accompagna e prende per mano la cultura, arricchendola di luce e di nozioni non comuni,di cui mi sento onorato ed essere parte della sua amicizia,anche se di persona non la conosco sono sicuro che dal mio intimo la sua grazia è un dono non comune.Nicolò
RispondiEliminaCaro Nicolò, grazie: ma "dono non comune" suppongo sia l'aver conosciuto poeti come te.
EliminaGrazie ancora per la tua stima.
SONO SOLO UN'ONDA,TU IL MARE.
EliminaGiusto, Nicolò. Sono le onde che compongono il mare e non il contrario!
EliminaBuona serata
RispondiEliminaHo letto con grande piacere ed emozione l'articolo scritto da lei grandissima Cinzia Baldazzi. Anche se sembrava un sogno ho avuto l'onore di vivere in prima persona tutto l'evento da brividi la musica l'incontro con gli poeti e amici .
Poi sono stata premiata vincendo il 3° premio internazionale autori stranieri rappresentando Romania.
E non finisce qui la mia emozione perché appena scesa dal podio sono stata abbracciata da una grandissima persona della quale ho soltanto sentito
Parlo di lei grande Cinzia Baldazzi , e io mi sono sentita una piccola particella dell' Universo in questo angolo dell' INFINITO
Vorrei fare i miei sinceri complimenti per il vostro premio meritatissimo e colgo l'occasione per ringraziare la giuria e al Cav NIC PAO per il mio premio.
Non potrei dimenticare la serata di premiazione , la location San Lucio e la Regia di Caserta che ho visitata insieme ai miei figli che mi hanno accompagnata in questo angolo di paradiso
Grazie
Proprio vero, cara Daniela, l'atmosfera assomigliava a un'evocazione onirica, ma era tutto reale: la bellezza della letteratura, della cultura, delle iniziative celebrate, dell'incredibile fascino di San Leucio e poi era "vero" anche il nostro abbraccio.
EliminaGrazie di tutto e complimenti di cuore.
Grazie ❤onoratissima
EliminaGrazie di cuore ❤onoratissima
EliminaUN premio meritatissimo. Leggendo d'un fiato ho provato l'emozione unica di esserci. Onorata della tua amicizia.
RispondiEliminaGrazie, Marianeve. L'onore, però, è prima... il mio.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDescrizione viva ed accurata di un evento ormai divenuto di fama internazionale. Fra scenari, musica e letteratura hai illustrato ed elogiato i protagonisti della serata individuandone ogni peculiarità con parole di stima. In quest' occasione tu sei fra i protagonisti e ciò che mi colpisce è la semplicità e naturalezza con cui racconti il "tuo momento", la generosità con cui estendi il tuo premio a poeti e scrittori che quotidianamente sostieni. E' un riconoscimento alla carriera che non si esaurisce negli anni di dedizione e di appassionato lavoro ma continua ed abbraccia sempre nuovi autori che tu rendi protagonisti. È un pubblico vasto quello che ti applaude, un pubblico che hai saputo conquistare ed ancora conquisti coinvolgendolo con professionalità, amore e dedizione. Onorata di far farte del tuo pubblico!
RispondiEliminaCara Antonella, so che mi credi se ti confermo che l'onore è sempre prima il mio. Grazie delle parole lusinghiere utilizzate nei miei confronti, che spero di meritare e di poter sostenere nel tempo.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSono onorata Cinzia Baldazzi di averti incontrata e ti sono infinitamente grata a titolo personale, nonché come presidente dell'Associazione Culturale "La Grotta degli Artisti, per aver scritto la prefazione all'antologia poetica "Una Rosa all'Alba".
RispondiEliminaIl tuo contributo dona luce e lustro all'opera. Ti rinnovo i complimenti per tutto ciò che fai mettendo il tuo cuore, oltre ad una grande professionalità.
Credo che il premio alla tua prolifera carriera sia molto più che meritato.
Un abbraccio.
Cinzia Gargiulo
Grazie a te, Cinzia, di aver pensato a me per la tua iniziativa.
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