Cinzia BALDAZZI – Il vecchio e il nuovo della poesia: L@ Nuov@
Mus@ ad Aprilia
Con la cerimonia finale e la premiazione dei vincitori, si è
conclusa ad Aprilia la XVII edizione del concorso “Aspettando il Natale...
Poesie sotto l'albero” dell'Associazione L@ Nuov@ Mus@.
Non è trascorso molto tempo da
quando ho avuto la fortuna di incontrare di nuovo, dopo anni, le pagine di un
racconto di Dino Buzzati, là dove si confronta la vita ordinaria con quella di
un poeta scomparso.
Io
uomo fatto, lui appena adolescente. Ma una sera all'improvviso, in solitudine
all'insaputa dell'intera umanità, con una matita in mano, egli scrisse alcune
righe, e subito cominciò a staccarsi da terra. Volava un po' sghembo,
librandosi simile ad un falco giovanetto sopra le case e gli alberi. Si sentiva
a suo agio lassù; macché ali, un mozzicone di lapis copiativo fra le dita gli
bastava. Nel frattempo io percorrevo la via dall'ufficio a casa, e la gente
diceva che avrei fatto strada nella vita. Tra cinquant'anni, diciamo, fra cento
anni, che ne sarà di noi? Chi si ricorderà? Fra centocinquant'anni i suoi versi
sublimi continueranno a vivere, le parole cadranno giù a picco nel posto
esattissimo come blocchi di cristallo e le onde concentriche si allargheranno
ancora via per il mondo percuotendo le tenebrose scogliere dell'animo umano.
Chissà perché, e non sono
superstiziosa, ho valutato di buon auspicio l’imbattermi in queste poche righe
proprio alla vigilia della partenza per la vicina Aprilia dove avrei assistito
– da parte in causa, in quanto presidente di giuria – alla cerimonia conclusiva
del concorso “Aspettando il Natale... Poesie sotto l'albero” organizzato da L@
Nuov@ Mus@.
Penso ai “poeti estinti” Henry David
Thoreau, Walt Whitman, Percy Bysshe Shelley, ricordati dal prof. Keating nella
sceneggiatura di Tom Shulman nell’Attimo fuggente di Peter Weir: «Erano
dediti a succhiare il midollo stesso della vita». Ma in che senso? Erano
cannibali di se stessi, mi chiedo? Oppure, sublimando al massimo la propria
genialità poetica, la riproducevano nell’atto stesso? È certo vero il
contrario, e nella convinzione di una tale ipotesi, sono confortata dal ricordo
dei padri fondatori e animatori dell'Associazione L@ Nuov@ Mus@. Alludo alla
loro eredità indelebile, fil rouge
continuo, saldo e amorevole dell’ars
poetica di tanta gente, nel lungo e intenso pomeriggio trascorso ad
ascoltare i componimenti, ad applaudire i vincitori, a consegnare
riconoscimenti a quanti fossero saliti sul palco. Il trade d’union impeccabile di Mario Allegrezza, presentatore
immedesimato e coinvolgente, gli interventi autorevoli di Carmelo Salvaggio,
presidente dell'Associazione, hanno reso gioioso un percorso tra gli estremi
della cronaca e del souvenir, della
vita estemporanea e della memorie, del recente passato e dell'impegno attuabile
nel futuro.
Accanto ad Euterpe, musa della
poesia cantata, hanno trovato posto anche Clio e Melpomene, in una
rappresentanza modernamente allargata alla musica lirica. La giovanissima
soprano Eleonora Croce (a volte accompagnata dal M° Rita Nuti) ha infatti
eseguito intermezzi operistici e non, risultando di grande efficacia, in
particolare, nell'arietta “Voi che sapete” dal secondo atto de Le nozze di
Figaro di Mozart. Un ponte gettato virtualmente tra le sponde dei versi e
delle note, delle strofe e degli spartiti: e l'attenzione privilegiata ai
“pionieri” de L@ Nuov@ Mus@, attenti lettori e affettuosi insegnanti di poeti
ora maturi, si ritrova nell'ancestrale e mitico episodio della nascita delle
Muse stesse, generate da Zeus con Mnemosine, dèa personificata della memoria.
Le figure di Liliana Morandini,
Raimondo Venturiello, Mariano Fochesato, Alessandro Lisbon, Giovanni Capasso,
nonché della filantropa Carmelina Ghiotto Zini, sono state così evocate sia nei
sintetici montaggi proiettati sullo schermo, sia nei premi “memorial” assegnati
in aggiunta alla classifica.
«Solo il corpo del poeta soggiacerà al
misero destino dell'uomo», scriveva Luigi Annibaletto, «e
si ridurrà in polvere da sperdersi al vento. La miglior parte di lui, il suo
spirito, il suo nome, la sua creazione poetica sfuggiranno alla morte, per
vivere in eterno con il sole». Il grande latinista, i cui commenti hanno
accompagnato lo studio della lingua ai tempi del mio liceo, con queste poche
parole si riferiva a Quinto Orazio Flacco (autore del leggendario Carmen saeculare composto su incarico di
Augusto) nell’ode asclepiadea Non omnis
moriar (III,30). Come trascurare i celebri versi d'esordio? «Exegi
monumentum aere perennius», «Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo». Nel
23 a.C., il poeta di Venosa, di nuovo acclamato dopo un periodo di disgrazia,
vanta, nel giusto, la consapevolezza di aver portato a termine un'opera
superba, dalla quale “succhierà” il midollo di una lunga fama: siamo tutti
coscienti, infatti, quanto l’eco delle odi e delle satire oraziane non si spegnerà.
Risuonerà, di epoca in epoca, rielaborato e rinvigorito grazie alla lode di chi
è venuto dopo.
«È importante aver generato un
incontro che privilegi la qualità», spiega Carmelo Salvaggio, «ponendo
il focus sulle nostre figure storiche e sulle “new entry” osservate nel
panorama dei componimenti e dei compositori»; nell'intento, prosegue il
Presidente, «di voler privilegiare non “poeti di un giorno”, ma autori
affinatisi in un processo di crescita»: tappa dopo tappa, con salti e smentite,
sempre però progressive. Il compito svolto dalla giuria da me presieduta (Patrizia Stefanelli, Antonella Santoro, Massimo Massa, Alessandro Tassinari, Antonio D'Arienzo e lo stesso Salvaggio) è stato, come
tradizione, limpido e carico di riferimenti appropriati, capaci di rendere i
testi, senza tradirli, i più chiari possibile: ho potuto appurarlo con la
vice-presidente Stefanelli e nel confronto dialettico con l’egregio Comitato di Lettura al quale si
deve la raffinata selezione dei “memorial”.
La XVII edizione di “Poesie sotto
l'albero” sembra insomma nutrirsi della sostanza vitale, individuata
simbolicamente a metà '800 dal citato Thoreau nell'autobiografico Walden. Amando però anche la poesia
sudamericana, vorrei citare, circa ottanta anni dopo, le strofe del peruviano
Emilio Adolfo Westphalen quando confidava:
Il
mattino alza il fiume la chioma
poi
la nebbia la notte
il
cielo gli occhi
mi
guardano gli occhi del cielo
svegliare
senza vertebre senza struttura
la
pelle è nella sua eternità
si
ammorbidisce fino a perdersi nella memoria.
La manifestazione appena conclusa ha
offerto più che mai un terreno semantico appropriato a destituire, a
contestare, qualsiasi opinione indirizzata a giudicare isolata dal resto del
mondo la produzione poetica, il microcosmo simbolico e metalinguistico
implicito.
La festosa competizione di Aprilia
lo ha ribadito nel conferire un ruolo di rilievo a Maria Antonietta Di Gaspare
e Luigi Taddei, rispettivamente sindaci di Borbona e di Castel Sant'Angelo,
devolvendo i ricavi della vendita dell'Antologia ai due comuni del
reatino colpiti dal terremoto nell'agosto 2016. Anni fa, negli Stati Uniti,
prima del terrorismo, nel film di Weir il prof. Keating appunto dichiarava: la
poesia è vita. Dodici anni dopo, con il crollo delle Torri Gemelle, suppongo
avrebbe però corretto: la poesia è sopravvivenza.
Le citazioni, quando si propongono,
dovrebbero essere onnicomprensive. In questo caso, non possiamo dimenticare
l'attore Robin Williams, nel ruolo dell'eccezionale insegnante: pur non essendo
poeta, ma sublime esempio dell'arte della recitazione, purtroppo, decidendo di
porre fine alla vita, di tale facoltà della poesia non ha potuto avvalersi. Ma
il vento, per noi, per i presenti e per coloro che la storia naturale ha
portato via, continua a soffiare, al di là della "siepe" de L'infinito
di Giacomo Leopardi, o contro le "montagne" di Blowin' in the Wind
del Premio Nobel per la Letteratura Bob Dylan.
La nostra Associazione ha quindi
ritenuto di “mettere in scena”, grazie alle poetesse e ai poeti saliti sul
palco uno dopo l'altro, un simile riscatto, pur utopico ed eversivo in senso
positivo. Verba volant, dovremmo commentare ascoltando la dizione
partecipata di Veruska Vertuani e di Antonio D'Arienzo, “dicitori” ufficiali
dell'evento: ma non perché le parole si dimentichino, bensì in quanto
viaggiano, “volando” di bocca in bocca, permettendo così al messaggio di
continuare a circolare. L'altra parte del proverbio coniato da Caio Tito
durante un discorso al Senato romano, ovvero Scripta manent, sembra
poter diventare la sigla dell'Antologia pubblicata da L@ Nuov@ Mus@, una sorta
di baedeker contenente testi premiati, classifica, biografie, saluti:
non una stampa fissa e immobile, bensì una guida “nero su bianco”, un percorso
da ripetere, «un sunto e una vetrina», secondo l'espressione di Carmelo Salvaggio.
Recitati davanti a un uditorio,
messi in pagina per la collettività, è come se i versi dei concorrenti fossero
all'altezza di aiutare tutti noi, la sera, tra le strade, le difficoltà, le
menzogne, a tornare a casa, alla nostra Itaca: l'isola che Jorge Luis Borges,
nel brano intitolato Arte poetica, individuava con l'eternità terrena
del versificare. E nella festa al cinema-teatro Pidocchietto di Aprilia, una
commovente testimonianza è giunta dagli stranieri, presenti a comprovare
idealmente il lungo viaggio dei versi: Marian Eikelhof dall'Olanda, Sulima
Alvarez Merchan dall'Ecuador, Ljbuinko Jelic dalla Serbia. «Non
viene meno l'entusiasmo», scrive Fiorella Giovannelli, «di
condividere con gli amici vecchi e nuovi il piacere di leggerci e, attraverso
la lettura, un po' legarci».
La conferma dell'interconnessione
delle arti, non solamente di natura umana e poetica, ma testuale e
programmatica, è venuta dal connubio con la pittura, nel solco della
consuetudine di dar risalto ogni anno a una forma espressiva “parallela”. Quasi
a fornire idealmente corpo sul palcoscenico al quadro del secentista Francesco
Furini La Pittura e la Poesia, un gruppo composto da Erika Mallardi,
Yvonne Maria Teresa Gandini, Federica Manzini, Alessia Farina, Antonio De Waure
ha donato le proprie opere ai sindaci e ai componenti la giuria. Da parte sua, La
rosa sul cappello di Graziella Dell'Unto è stata riportata sulla copertina
dell'Antologia.
In
conclusione, se mi chiedessero un'opinione critica complessiva dei brani che
hanno partecipato al concorso, direi che sono testimonianza di una matura
sintesi espressiva del cogliere la realtà come vorremmo fosse, non come è.
E se cambiare il ritmo delle strofe nel versificare non è sufficiente, non è
detto che domani non lo diventi.
Insieme tutti noi, organizzatori,
giurati, pittori, voci narranti, amministratori locali, dovremmo ringraziare i
poeti per aver lasciato che la sera, conclusa l'ultima edizione del
telegiornale, si possa ancora andare a letto sperando di imparare qualcosa dal
libro in versi custodito sul nostro comodino.
AUTORI E COMPONIMENTI PREMIATI
MEMORIAL
“CARMELINA GHIOTTO ZINI”
Primi
classificati
-
Antonio Damiano - Il silenzio dei giorni Ad Amatrice – 1° classificato
- Manuela
Magi - Tempestosi argini – 2° classificato
-
Rita Minniti - Muto parlare – 3° classificato ex aequo
- Alessandra
Costanzo - Stella capovolta – 3° classificato ex aequo
MEMORIAL
“GIOVANNI CAPASSO”
- Alessandro
Izzi - Nel mesto rammendar di stracci
MEMORIAL
“ALESSANDRO LISBON”
-
Rosetta Sacchi - Le parole che restano
MEMORIAL
“RAIMONDO VENTURIELLO”
-
Nunzio Buono - La casa della pioggia
MEMORIAL
“LILIANA MORANDINI”
-
Lia Grassi - Verso il futuro
MEMORIAL
“MARIANO FOCHESATO”
- Maria
Di Carlo
- Massimiliano
Drisaldi
PREMIO
DEL PRESIDENTE DI GIURIA
-
Carla Staffieri - Quando negli occhi
PREMIO
DELLA GIURIA
- Gianluca
Regondi - Per un Amico
- Antonio
Biancolillo - Oltre il mio dolore
- Sara
Pallini - Sento un peso
-
Paola Bianchi - Pro memoria
PREMIO
GIOVANI
-
Alessandro Conti - Vento rovinoso
-
Sara D’Acchille - Anime inquiete
- Pierfrancesco
Paternostro - (senza titolo)
POESIA
STRANIERA
- Marian
Eikelhof - Cile, 1973
- Sulima
Àlvarez Merchan - In questa notte- Ljbuinko Jelić - Fuoco e oro
TURISTICA
PRO LOCO APRILIA
-
Michele Petrolo - Natale
MENZIONI
D’ONORE
- Annalena
Cimino - Donne di quartiere
- Giuseppe
Guidolin - Genesi
- AbnerTomas
Viera Quezada - Grazie Mamma
- Carmelo
Loddo - La corteccia dell’anima
- Annamaria
Barone - La donna con gli occhi che parlano
- Carmelo
Sanfilippo - Naufragio di pensieri
- Paola
Carmignani - Viaggio senza ritorno
- Anna
Piccirillo - Rosa selvatica
- Lorella
Borgiani - Orme
- Franca
Donà - E non morire mai
MENZIONI
DI MERITO
- Daniela
Lazzeri - E le stelle non brillano più
- Maria
Gabriella Cianciulli - L’ultimo Isacco
- Katiuscia
Di Savino - Il paradiso ha il profumo di ottobre
- Colombo
Conti - Di nuovo vita- Anna Maria Mustardino - Intreccio di mani
- Cinzia Gargiulo - Contadino di emozioni
- Silvana Stremiz - Troppo breve è stato il tuo volo
- Elvio Angeletti - Cime sbiadite
- Marco Vaira - Inverno
- Lucilla Radovini - I colori dell’aurora
- Valeria D’ Amico - Le croci dimenticate
- Nunzia Piccinni - Estatici Volteggi
- Gioietta Petrillo - Stagioni
- Monica Vecchio - L’infinito
- Grazia Dottore - Il tuo nome col fuoco
ATTESTATI
- Adolfo
Sorrentino - Piazza di Spagna
- Lucia
Vichi - La voce dell'anima
- Frieda
Leemans - Per Giuseppe
- Leonor
Solange Alexandre Proença -Scusami
PREMIO
AMICIZIA
- Augusto
Mammola - Presidente Pro loco Città di Anzio
Dopo un'attenta lettura su quanto espresso
RispondiEliminaunico commento da parte mia che ho presenziato alla manifestazione
una piena condivisione.
Un caro saluto.