mercoledì 21 novembre 2018


Cinzia BALDAZZI – Giocare con le parole. Un’antologia per Gianni Rodari.


 

Favole, fiabe, novelle, piccoli racconti, ninne nanne, scioglilingua, filastrocche, storie, racconti, poesie, articoli, saggi, critiche letterarie: all’antologia dedicata a Gianni Rodari, sotto l’egida dell’Associazione Culturale Euterpe, si partecipa fino al 31 dicembre.

 

Avete mai pensato all’importanza rivestita dalla “lettura” della matematica nel mondo dell’infanzia? Una dichiarazione del genere potrebbe sorprendere sino a quando non abbiamo l’opportunità di ascoltare o ri-ascoltare A inventare i numeri, l’amatissima filastrocca del nostro Gianni Rodari, uscita postuma del 2006. La rammentate? Ecco un breve estratto:  

"Inventiamo dei numeri?"
"Inventiamoli, comincio io. Quasi uno, quasi due, quasi tre, quasi quattro, quasi cinque, quasi sei".
"È troppo poco. Senti questi: uno stramilione di biliardoni, un ottone di millantoni, un meravigliardo e un meraviglione".
"Io allora inventerò una tabellina:
- tre per uno Trento e Belluno
- tre per due bistecca di bue
- tre per tre latte e caffè
- tre per quattro cioccolato
- tre per cinque malelingue.
"Quanto costa questa pasta?"
"Due tirate d'orecchi".
"Quanto c'è da qui a Milano?"
"Mille chilometri nuovi, un chilometro usato e sette cioccolatini".
"Quanto pesa una lagrima?"
"Secondo: la lagrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra".
"Quanto è lunga questa favola?"
"Troppo".
"Allora inventiamo in fretta altri numeri per finire. Li dico io, alla maniera di Modena: unci dunci trinci, quara quarinci, miri miminci, un fan dès".
"E io li dico alla maniera di Roma: unzi donzi tenzi, quale qualinzi, mele melinzi, riffe raffe e dieci". 


Gli illustri versi del grande Rodari, e chissà, l’intera letteratura, la prassi pedagogica, l’etica giornalistica, appaiono tra le fonti ispirative di Martino Ciano, ideatore di un’«antologia tematica per una nuova cultura, volta a rileggere, riscoprire e approfondire mediante opere di produzione propria (racconti, poesie, articoli, saggi e critiche letterarie) un intellettuale di prim’ordine del panorama culturale italiano del secolo scorso».
L’invitante progetto, intitolato Il «libbro» di Gianni Rodari, prenderà forma all’interno della collana “Stile Euterpe”, dove sono già stati realizzate le monografie Leonardo Sciascia, cronista di scomode realtà (2015) e Aldo Palazzeschi, il crepuscolare, l’avanguardista, l’ironico (2016), entrambe edite dal fiorentino PoetiKanten.
L’Associazione Culturale Euterpe, sotto la presidenza di Lorenzo Spurio, apre dunque lo spazio, in un volume curato dal docente e critico letterario Francesco Martillotto, a tutti coloro i quali vogliano partecipare: i minori con «favole, fiabe, novelle, piccoli racconti, ninne nanne, scioglilingua, filastrocche, storie raccontate», gli adulti nel campo creativo di «racconti, poesie, articoli, saggi e critiche letterarie», con l’unica, stimolante indicazione a rimaner fedeli «allo stile, alle tematiche e al curriculum letterario che ha caratterizzato la figura dell’intellettuale».
Nel 1980, in occasione della prematura scomparsa di Gianni Rodari, furono pubblicati centinaia di essay o esegesi dialettiche sullo scrittore, personaggio internazionale di prima linea e soprattutto operatore della cultura nell’entourage della Sinistra, maestro elementare, giornalista, pedagogista: personalmente, preferisco “parlarne” evocando le testimonianze dell’amico fraterno, il docente di linguistica Tullio De Mauro, attraverso commenti acquisiti “in diretta” durante i corsi frequentati presso l’Ateneo romano, altrimenti segnalati a noi studenti sempre negli anni Settanta e di poco antecedenti la morte dell’autore.
 
Condividiamo, di conseguenza, le riserve avanzate da De Mauro, docente a “La Sapienza” di Roma, famoso per l’edizione mondiale del Cours de linguistique générale di Ferdinand de Saussure, quando ribadiva:
 
Buona parte degli esseri umani si guarda bene dal pensare troppo alle parole. Parlare è una cosa così naturale! E, in certo senso, è vero: fa parte degli sviluppi ordinari dei piccoli della specie imparare fin dai primi mesi di vita a confrontarsi con le parole, a isolarne il suono tra i tanti che colpiscono l'orecchio, a interrogarsi sul loro valore, a capirne il tono affettuoso o irritato, finché un po' alla volta i piccoli imparano a produrre anche loro parole. E, da allora, le parole accompagnano, come parole dette, ascoltate, lette, scritte, pensate, sognate, ogni momento della nostra vita: la vita degli affetti, delle amicizie e inimicizie, delle opere d'ogni giorno o più ardue, dei pensieri, delle riflessioni banali o altre che siano. Vivere tra le parole è naturale come respirare l'aria, dissetarsi con l'acqua.
 
Dopo aver sostenuto come «per molto tempo quasi tutti gli umani non hanno pensato né all'aria né all'acqua, così in generale non hanno pensato alle parole», De Mauro spiegava:  

Alcuni pochi però ci hanno pensato: i maestri che insegnano a scrivere, i grammatici, i professori, chi fa titoli e articoli di giornale, chi fa vocabolari, chi studia la struttura e la storia delle parole, e cioè i linguisti. In generale, quanti ci hanno pensato lo hanno fatto con mente analitica. E anche loro avevano le loro brave giustificazioni. Come si scrive questa parola? C'è una parola per esprimere questo concetto? Per tradurre nella nostra lingua una parola straniera? Qual è l'etimologia, la pronunzia, la struttura morfologica di questa parola? 

E terminava affermando con enfasi:  

Chi ha pensato alle parole lo ha fatto per rispondere a queste domande. E così un po' alla volta la maggior parte dei competenti ha finito col convincersi che è giusto considerare le parole una per una, come farfalle o insetti sotto il vetrino dall'entomologo. Qua e là, per la verità, negli ultimi cinquanta, sessanta anni, qualcuno ha cominciato ad avere qualche dubbio sulla cosa. Gianni Rodari è stato in sintonia con questi. 


Ora la buona sorte tocca a noi, magari sulle tracce semiotiche, rispettando l’obiettivo del capolavoro rodariano Grammatica della fantasia (1937): sono le pagine in cui nasce l’indimenticabile “libbro” che, «con due b sarà / Soltanto un libro più pesante degli altri, / o un libro sbagliato, / o un libro specialissimo?». La strada di successo da intraprendere suppongo sia quella indicata nel progetto di Stile Euterpe: elaborare brani, inaugurare testi in un’ottica escogitata a riscattare la «chiave meramente ludica e semplicistica» nella quale il nostro autore, a fianco a diversi “classici”, fu durante un certo periodo emarginato.
Nel merito di simile classicità, annoveriamo uno degli aneddoti prediletti da De Mauro: candidandolo a voce a una cattedra di Filosofia del Linguaggio parallela alla sua (precisando: «Non ho l’autorità da solo» per eseguire un intento del genere), raccontava:  

Così si mise a ridere quando uscì la Grammatica della fantasia e io mi buttai a scrivere che, con molta grazia e levità, Rodari ci aveva dato un “classico”. 

Ma, lo sappiamo, è il “gioco” privilegiato dal geniale intellettuale di Omegna, collocare sempre l’enunciato nel duplice registro realistico-immaginato, verosimiglianza-utopia. Cosa accade allorché ricorriamo al veicolo formale, orale e scritto? A parere di Rodari, unico italiano vincitore del rinomato Premio Hans Christian Andersen:  

Si prendano due parole a caso, dal vocabolario o da qualsiasi altro testo stampato... Si gettino le due parole l'una contro l'altra e si osservino le varie combinazioni, si afferrino i suggerimenti espressi dal loro occasionale duello... 

 
Essendo poi vicini i tempi del Natale (ricordiamo che al libbro si partecipa fino al 31 dicembre), approfittiamo per citare il mirabile Pianeta degli Alberi di Natale (1962):  

Su quel pianeta hanno inventato un gioco
che si chiama duello di parole.
A impararlo ci vuole poco.
Uno dice, una parola,
per esempio pianta.
Il secondo ne dice un'altra,
per esempio gatti.
Il terzo le mette insieme
e inventa la pianta dei gatti.
Roba da matti.
Ma non è tutto.
Il quarto la deve disegnare,
con un gatto al posto d'ogni frutto.
Al quinto invece tocca raccontare
la storia del contadino
che un giorno va per cogliere le pere
e crede di stravedere
(La storia come continua?
Prova un po' a dirlo tu). 

In sostanza, proverei a ipotizzarlo nell’antologia proposta, guardando le coesioni semantiche messe in contatto tra i lessemi, altrimenti isolati: e ciò in virtù di un’aura cosale, consona al quid tipico della filosofia di Martin Heidegger, in grado di rimandare al microcosmo del linguaggio per trasmetterle; al contrario, l’universo comunicativo, per essere compreso, rinvia alla rodariana «scuola grande come il mondo». Del resto, il consiglio di Gianni Rodari è ulteriore, rinvenendo nel suo repertorio l’input di dialogare con i tasselli semiologici, le presenze oggettive: queste, infatti, non solo  

“raccontano segreti” preziosi, ma ci fanno avvertire che parole e cose contano in quanto sono in relazione con noi, ciascuno e tutti insieme. Le parole stanno dentro di noi, nella nostra memoria, nella memoria delle nostre esperienze vitali. Ogni parola diventa viva davvero (e noi con lei) se la sentiamo come nodo di relazioni con altre innumeri parole possibili, con le cose del vasto mondo, con l'intera nostra personalità di “animali...”.  

I partecipanti alla raccolta affronteranno un impegno piacevole, meglio gratificante, forse anche complesso: per Rodari, era importante «fare le cose difficili». Comunque, da ciò non dovrebbe scaturire alcuna forma di scoraggiamento: in tale contesto, di sicuro, le parole possono condurre a significati antitetici tra loro! 

 

IL BANDO DI PARTECIPAZIONE
 

STILE EUTERPE VOL. 4
«IL 'LIBBRO' DI GIANNI RODARI»


Raccolta tematica organizzata dall' Associazione Culturale Euterpe. Speciale partecipazione ai minori con favole, fiabe, novelle, piccoli racconti, ninne nanne, scioglilingua, filastrocche, storie raccontate.

Un «libbro» con due b sarà
Soltanto un libro più pesante degli altri,
o un libro sbagliato,
o un libro specialissimo?

Il redattore della rivista di letteratura online “Euterpe”
Martino Ciano ha ideato il progetto Stile Euterpe – Antologia tematica per una nuova cultura, volto a rileggere, riscoprire e approfondire mediante opere di produzione propria (racconti, poesie, articoli, saggi e critiche letterarie) un intellettuale di prim’ordine del panorama culturale italiano del secolo scorso.

I volumi già editi sono:
- AA.VV., Leonardo Sciascia, cronista di scomode realtà, a cura di
Martino Ciano, PoetiKanten Edizioni, Sesto Fiorentino, 2015, 124 pp., ISBN: 9788894038859.
- AA.VV., Aldo Palazzeschi, il crepuscolare, l’avanguardista, l’ironico, a cura di
Martino Ciano, Lorenzo Spurio, Luigi Pio Carmina, PoetiKanten Edizioni, Sesto Fiorentino, 2016, pp. 212, ISBN: 9788899325275.
La selezione di materiali per il terzo volume, Elsa Morante, rivoluzionaria narratrice del non tempo, a cura di
Valentina Meloni nel 2017 non ha permesso la pubblicazione di un volume ma i materiali sono stati pubblicati nel n°22 della rivista (febbraio 2017).


Il progetto

Ogni edizione i redattori della rivista sceglieranno un autore contemporaneo.
Quest’anno i partecipanti potranno inviare saggi, racconti e poesie che siano fedeli allo stile, alle tematiche e al curriculum letterario che ha caratterizzato la figura intellettuale di Gianni Rodari. Il volume porterà il titolo di Il «libbro» di Gianni Rodari con riferimento ad alcune sue considerazioni apparse in Grammatica della fantasia (1937) in cui si legge:
«Un “libbro” con due b sarà/ Soltanto un libro più pesante degli altri,/ o un libro sbagliato,/ o un libro specialissimo?».

Per la partecipazione all’iniziativa editoriale bisognerà riferirsi all’opera dell’autore, alle sue fasi e percorso letterario, ai suoi luoghi cari e alle tematiche di fondo della sua carriera di scrittore di fiabe, racconti, narrazioni nonché di pedagogista, giornalista e teorico del mondo del mirabolante. Gli autori potranno anche ispirarsi direttamente ai personaggi delle sue narrazioni, ampliandone i caratteri o provvedere a sequel o prequel di narrazioni già note mediante la narrazione di Rodari all’ampio pubblico.
L’obiettivo non è quello di plagiare o scovare il nuovo Gianni Rodari, bensì omaggiare o rileggere lo stile dello scrittore di Omegna attraverso un’antologia tematica, aperta soprattutto a coloro i quali hanno apprezzato il serio impegno dell’autore nei riguardi del mondo dell’infanzia (ma non solo). In questo modo Euterpe vuole dare risalto ad autori che, benché siano piuttosto noti da poter definire ‘classici’ risultano spesso un po’ sommersi o letti in chiave meramente ludica e semplicistica com’è il caso di Rodari. 


Selezione del materiale e composizione dell’antologia

I partecipanti potranno presentare:
- 2 poesie/ filastrocche/ ninna-nanne (massimo 30 versi l’una)
- 1 racconto/ favola/ fiaba (massimo cinquemila caratteri spazi esclusi)
- 1 saggio breve o articolo (massimo cinquemila caratteri: spazi, note a piè di pagina e bibliografia escluse);
- 1 recensione a un suo libro (massimo cinquemila caratteri spazi esclusi)
-1 intervista (allo stesso autore o a terzi nella quale risulti ben centrato il tema dell’infanzia o il riferimento a Rodari).
La novità di quest’anno è rappresentata dalla possibilità di partecipazione anche da parte di minori: bambini, ragazzi e adolescenti (sino all’età di 18 anni) e scuole che potranno inviare, grazie all’aiuto e alla disponibilità dei genitori, tutori, insegnanti o di chi ne fa le veci, le loro produzioni: favole, fiabe, novelle, piccoli racconti, ninne nanne, scioglilingua, filastrocche, storie raccontate.
Ci si può candidare a un massimo di due sezioni.
I lavori, corredati dei propri dati personali e un curriculum letterario, dovranno essere inviati a rivistaeuterpe@gmail.com entro il 31-12-2018.
L’organizzazione del futuro volume sarà promossa dalla Redazione della Rivista di letteratura Euterpe e l’opera verrà curata dal critico letterario prof.
Francesco Martillotto.
Entreranno a far parte dell’Antologia un congruo numero di testi poetici, narrativi e saggistici nonché recensioni, articoli e critiche letterarie alle sue opere o eventuali adattamenti cinematografici di storie narrate.
La pubblicazione dell’antologia, che avverrà entro la primavera del 2019, sarà dotata di regolare codice ISBN, immessa nel mercato librario online e disponibile alla consultazione e al prestito in alcune biblioteche del catalogo OPAC della penisola dove verrà depositata.
La partecipazione alla selezione dei materiali è, come sempre, gratuita.
L’autore selezionato per la pubblicazione s’impegnerà ad acquistare nr. 2 (DUE) copie dell’antologia al prezzo totale di 20€ (spese di spedizione incluse con piego di libri ordinario) dietro sottoscrizione di un modulo di liberatoria rilasciato alla Ass. Culturale Euterpe e versamento della cifra direttamente alla casa editrice.
Non vi sarà una premiazione, non essendo il progetto volto alla costruzione di una classifica di premiati. Tutti i selezionati verranno pubblicati in antologia secondo i criteri sopra esposti. In base ai tempi di selezione e pubblicazione dell’antologia, sarà scelta una location dove verrà presentata l’opera alla quale gli autori presenti nel testo sono caldamente invitati a intervenire. Gli autori hanno altresì diritto e facoltà di proporre all’organizzazione eventuali luoghi e date, in vari ambiti del territorio nazionale, dove il volume – con il loro appoggio e aiuto – potrà essere presentato al pubblico.

www.associazioneeuterpe.com
rivistaeuterpe@gmail.com
ass.culturale.euterpe@gmail.com


 

 

 

 

 

 

5 commenti:

  1. Bellissima iniziativa sarebbe bello partecipare buon lavoro

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    2. Spero tu lo faccia, Otello, perché ne hai le carte, e ho avuto modo di esprimerlo leggendo criticamente la tua poetica.

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  2. Brava Cinzia, tu non stuipisci mai ma fai tanto meditare su alcune figure intramontabili della letteratura per ragazzi. Sapessi quanto Rodari ha inciso nelle mie iniziative passate nel campeggio per adolescenti dell'Enel in Valle d'Aosta ai piedi del Cervino. E dietro avevo due assistenti del prof. Fabbroni dell'università di Bologna, Guerra e Garegnani. E quanto ho appreso anche da loro per la gestuone demcratica del campeggio.

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    1. Bellissimo ricordo, Armando, che invece a me stupisce in modo positivo.

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