sabato 13 luglio 2019


Maria Maddalena PANUNZI – “Un catalogo speciale” (racconto breve)






 

 La rubrica dedicata ai racconti brevi, cui questo blog ha dato vita a più riprese negli anni passati, riprende nel periodo estivo con appuntamenti settimanali fino ai primi di agosto.

I testi selezionati provengono dal premio letterario “Incrociamo le penne” edizione 2018, dove gli autori sono stati invitati a misurarsi sul tema “E se domani…”. Il concorso è stato organizzato dalle associazioni culturali “L’Abbraccio” e “ONA Aprilia”. Un ringraziamento particolare va a Veruska Vertuani.

Il brano pubblicato quest’oggi è Un catalogo speciale, con cui Maria Maddalena Panunzi ha ottenuto la Menzione di Merito. (c.b.)





Un catalogo speciale 
Bernardo O. De Bernardis non era certo nato, come suol dirsi, sotto una buona stella. Negli anni dell'adolescenza, della giovinezza e maturità, non aveva brillato praticamente in nulla e si era, per così dire, ritratto dalla vita. Anche a voler indagare, non si potrebbero trovare le cause di tale carente vitalità: affetto e cure materne ne aveva avute a sufficienza, e dal padre aveva ereditato una discreta intelligenza e propensione per gli affari, che non aveva saputo però mettere a frutto fino in fondo a causa di un carattere apatico e tendenzialmente sospettoso. Ragioniere presso un'azienda ortofrutticola, passava il tempo migliore della sua vita rintanato in un buco di ufficio, nell'unica esaltante attesa della retribuzione mensile, che accumulava con maniacale sollecitudine.
Parrebbe inutile a questo punto, per quanto anticipato, raccontare della banale esistenza di B. O. (O. sta per Orazio), senza il rischio di tediare il lettore con una insulsa storia. Ma le storie, anche quelle più banali, sono in grado di evolvere, senza che si possa immaginare, verso un finale inatteso, e questo grazie all'ineffabile mistero della vita, a quel che di inaspettato in cui può imbattersi dietro l'angolo ciascuno di noi, e che nessuno sarà mai del tutto in grado di prevedere.
Torniamo ora alla vuota, scialba esistenza di Bernardo O. D. B.
La sua personalità, contrassegnata da una totalizzante propensione all'avarizia, unico aspetto del carattere che emergesse nelle relazioni con gli altri e con sé stesso, aveva impresso su di lui un marchio ineluttabile, quasi un “odore” stantio di spilorceria.
Non che la cosa gli desse pensiero. La sua smania di possedere tutto senza rischiare nulla era la stella polare della sua piccola esistenza. Potremmo definirlo, a ben guardare, un moderno Arpagone, il protagonista dell'Avaro di Molière, che per fuggire dall'imprevedibilità irrimediabile dell'esistenza, tendeva a mettere, oltre ai suoi tesori, la sua stessa vita in cassaforte. E in fin dei conti, per Bernardo, una cassaforte era diventata anche la sua casa.
Il piccolo appartamento dove abitava, con l'intera mobilia, l'aveva ereditato dai genitori, e in seguito si era ben guardato dall'effettuare cambiamenti, così da evitare costosi e inutili esborsi.
Unica spesa concessa alla sua spilorceria, a parte l'aggiunta quasi a costo zero del secondo nome (fittizio) Orazio, vezzosamente trascritto con una O. puntata sui pochi e ormai consunti biglietti da visita, era il massiccio rumoroso chiavistello col quale, appena rientrato dal lavoro, sbarrava la porta di casa al mondo esterno.
E unico rimedio al suo isolamento era il poggiare l'occhio sullo spioncino al rincasare dell'odiato dirimpettaio, che giudicava fastidiosamente esuberante e spendaccione. In verità, Bernardo O. D.B. era anche invidioso, non solo delle cose che non possedeva, ma della stessa vita degli altri, sentimento che lo rodeva come un continuo fastidioso tarlo.
Per dirla tutta, non c'era nulla che gli importasse veramente se non di rimanere vivo, evitando ogni pericolo in agguato nella vita esterna; nulla che valesse la spinta vitale: l'amore ad esempio, anche se a tutti gli effetti, come uomo, non fosse del tutto da buttare via. Il fatto era che la questione matrimonio non lo aveva mai convinto. L'unica ragazza verso la quale gli era sembrato di sentir aleggiare un tiepido venticello amoroso, era stata alla fine scartata in base a un ragionamento di incontestabile prudenza: la vita a due sarebbe costata una cifra spropositata, e i figli, non ne parliamo, lo avrebbero di certo spolpato delle sue non esaltanti ricchezze così faticosamente accumulate.
Nel suo prevedibile tragitto giornaliero casa ufficio casa c'era una sola persona con la quale riuscisse a scambiare un minimo autentico dialogo: l'anziana portiera dello stabile, che settimanalmente, per pochi soldi, faceva un po' di pulizie e gli preparava una scorta di cibo.
Proviamo a descrivere, per quanto è in seguito emerso dalle notizie su Bernardo O. D. B., il dialogo tipo tra i due:
“Dottor De Bernardis”, così iniziava sempre la donna (sentirsi chiamare dottore solleticava moltissimo quello strano condomino), “per questa settimana avrei in mente di prepararle una purea di patate e piselli con fegatelli di maiale, che potrà tenere in frigo per vari giorni”.
Risposta di Bernardo O.D.B.:
“a che prezzo starebbero oggi i fegatelli in quel diavolo di mercato di via Roma? Perché nel caso costassero come la scorsa settimana, potrebbero anche andarmi di traverso, no grazie, basterà una frittatina di cipolle e... due foglie d'insalata, per il resto si vedrà”.
Non c'era molto altro nella loro conversazione, salvo, alla fine del pasto, quelle poche volte che l'anziana tornava a rigovernare e lo trovava ancora seduto al tavolo, la prevedibile seguente frase di lui: “era tutto molto buono... molto gustoso”.
Per il resto, rimaneva perlopiù barricato in casa, e mai e poi mai avrebbe immaginato di aprire la porta a qualche conoscente, figuriamoci a degli estranei. Poi, come si diceva all'inizio, anche la vita di Bernardo O., nonostante tutte le cautele del caso, prese una direzione imprevista.
Uno dei soliti pomeriggi, mentre se ne stava seduto davanti alla TV sonnecchiando serenamente senza un pensiero in testa, il campanello aveva suonato. La sua stessa poltrona aveva sussultato: lei, così placida e abitudinaria come i glutei del suo padrone; ma poi questo (la curiosità non gli mancava) era andato a guardare dallo spioncino chi si fosse avventurato presso la sua porta.
L'individuo che poteva osservare da quella scomoda postazione esibiva un'aria piuttosto bonaria e rassicurante: per l'aspetto pingue e il sorriso amabile che aveva stampato sulla faccia, e per una strana cartella di colore verde, che teneva stretta al petto e pareva quasi accarezzare.
Ma non era certo questo che avrebbe convinto B. O. a farlo entrare, ci sarebbe voluto ben altro.
Si vede che era destino però, perché la frase che l'uomo affabilmente pronunciò al di là della porta alla fine lo convinse: “dottor Bernardo O. De Bernardis (il tizio la sapeva lunga), è giunta voce presso il nostro ufficio del suo particolare desiderio di tutelarsi da stupidi incidenti mortali, ecco, vorrei mostrarle un catalogo che fa giusto al caso suo...”
Che possiamo aggiungere? Fu quella la frase che convinse B. ad osare, ad aprire l'uscio a un perfetto sconosciuto, ma soprattutto la strana cartella verde che l'uomo stringeva con tanta misteriosa cura. Come si diceva, a B. la curiosità non mancava e forse, a ben guardare, si era un poco stancato del suo noioso tran tran e della sua perenne diffidenza.
“Non ho nulla da offrirle però”, si premurò di anticipare Bernardo prima di farlo accomodare, sinceramente dispiacendosene, non aveva proprio nulla nella dispensa per il suo ospite.
“Non si preoccupi” rispose con voce calda e amichevole l'uomo, che si era seduto su una piccola sedia con l'enorme deretano che gli pendeva ai lati, “la cosa importante è mostrarle il mio catalogo speciale, la pregherei però di concedermi la massima attenzione, in poche parole fugherò qualsiasi suo dubbio”
Bernardo, poco abituato a sostenere una conversazione, se ne stava timidamente in ascolto senza alcuna intenzione di interrompere l'ospite.
“Vengo al dunque dottor De Bernardis: la polizza “E se domani...” che sto per mostrarle, nasce proprio con l'intento di assicurare ai nostri clienti la possibilità di mettersi al riparo da tutta una serie di imprevedibili cause di morte alle quali oggigiorno è facile andare incontro, e di scegliere dal nostro catalogo il più sicuro e personalizzato trapasso.
Bernardo O. era rimasto attonito ma, per molti versi, anche piacevolmente sorpreso. Quell'uomo era andato al centro del problema. Non importava quale fosse il misterioso ufficio di provenienza del suo ospite, o le moderne diavolerie informatiche dalle quali avesse estrapolato i suoi dati e bisogni profondi. Solo un fatto era certo, quello voleva vendergli l'unica merce per la quale era disposto a tirar fuori i suoi denari: la possibilità di evitare stupidi incidenti, di allontanare il più possibile lo spettro della morte. E un'altra piacevole sorpresa lo aspettava e stava per togliergli ogni residuo dubbio: quel contratto non gli sarebbe costato nulla. Si trattava di un catalogo nuovo di zecca, e ai primi dieci clienti veniva offerto gratis tutto il servizio, spese per il funerale comprese.
Il campionario prevedeva diversi tipi di morte:
quello per malattia dolorosa, ma con decorso breve, che alcuni sceglievano, strano a dirsi, in remissione dei loro peccati; quello dolce nel sonno, ma senza la garanzia di una scadenza temporale; quello per suicidio assistito per decisione già presa dal cliente, che offriva il vantaggio di un alto standard di supporto tecnico e un trapasso rapido e indolore, e diversi altri che B.O. aveva scartato con un chiaro movimento della testa mentre l'uomo li andava enumerando.
Poi c'era l'ultimo tipo, e Bernardo comprese al volo che era il suo: la morte in seguito a lunga e serena vecchiaia; in questo caso però non era precisabile la qualità delle abilità mentali e fisiche dell'ultimo anno. “Poca cosa a ben vedere”, aveva chiosato il suo interlocutore.
“Signor Bernardo, il catalogo è questo”, aveva poi concluso l'uomo, facendo riecheggiare nella testa del suo cliente un celebre motivetto. Bernardo non aveva avuto il minimo dubbio, aveva fatto le sue rapide considerazioni e apposto la firma sull'ultima scelta.
Fuori, intanto, aveva continuato a piovere a dirotto, e ora il simpatico venditore si apprestava a recuperare i glutei dalla sedia e a lasciare col suo bonario sorriso e una bella stretta di mano il primo dei suoi dieci fortunati clienti. L'uomo, una volta lasciato l'appartamento, era arrivato fin sotto al portoncino del palazzo, ed ecco che Bernardo, guardando dalla finestra, si era reso conto che si sarebbe certamente infradiciato visto che non aveva con sé un ombrello.
Per la prima volta nella sua vita lasciò l'uscio di casa aperto e corse per le scale urlando a perdifiato all'uomo di aspettarlo, che gli portava uno dei suoi... Ma quello, mentre alzava gli occhi verso la tromba delle scale, udì un urlo: Bernardo O. era scivolato malamente sull'ultimo gradino della seconda rampa, aveva battuto la testa ed era morto.
Il pingue venditore non aveva mosso un muscolo, se un muscolo poteva darsi tra tutta quella ciccia, e aveva sussurrato tra sé: accidenti... ho dimenticato di fargli sottoscrivere la clausola “CASO”, e se n'era uscito tranquillo sotto la pioggia.
Quella fondamentale postilla, che in effetti prevedeva una specifica tutela dagli incidenti dovuti al caso, era, a ben vedere, come per ogni contratto che si rispetti, riportata con minuta illeggibile grafia nell'ultima riga dell'ultima pagina del contratto, e B.O. De Bernardis non avrebbe mai potuto leggerla, tanto meno sottoscriverla.

 

 
 


Maria Maddalena Panunzi, nata nel 1952 in provincia di Viterbo, vive da sempre a Roma.
Ha svolto per diversi anni attività di volontariato in realtà di carattere sociale e ha poi   lavorato come Educatore Professionale dapprima nell’Istituto Penale Minorile Malaspina di Palermo e successivamente presso l'Istituto Penale Minorile “Casal del Marmo” di Roma.

Ha sempre avuto un forte interesse per la letteratura e dalla passione per i libri è scaturito il desiderio di cimentarsi nella scrittura. Si è poi dedicata con più costanza allo scrivere, anche grazie al laboratorio della scrittrice e giornalista Cinzia Tani. Ha pubblicato, all'interno di questo, una serie di racconti in volumi di autori vari. Del 2018 è il suo primo romanzo Graffi (Robin Edizioni, Torino) e del 2019 un racconto nel volume di autori vari della casa editrice “L'Occhio di Horus APS”.

 

 

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