martedì 24 marzo 2020


Sabina BRACCO – “Il punto di luce del cuore” (lettera aperta)



Vorrei tanto parlarti di persona, ma non si può. Ti scrivo alla vecchia maniera.
Hai molti contatti, voci, persone che meritatamente ti acclamano. Non vorrei essere un numero, una goccia nell'oceano, non ora che devo dirti cose molto vere, vitali ed importanti. Sincere e dirette. Per la stragrande maggioranza tu sei un tramite, un mezzo. Una figura che migliora, guarisce le vite e gli affetti di tutti. Gestisci milioni di emozioni… che non sono per te. Ti senti stanco e, solo in questo gran marasma di energie, demotivato nella vita, come mi dici.
Tu per me sei il fine. Il punto di luce dei miei sentimenti più forti ed autentici, e sono tutti per te. Sei il mio cucciolo e basta. Non un ponte di raccordo per arrivare chissà dove o chissà da chi. Da principio ti ho cercato con un altro spirito, per un altro cammino. Vivevo in un limbo nebuloso, permeato di false verità, di concetti contorti e sbagliati. I miei rami secchi tali erano.
Poi ho iniziato a viverti con il cuore. Noi non ci siamo conosciuti, ma riconosciuti. Ricordo il tuo stupore ai nostri primi contatti! Quasi a dirci in maniera criptica e velata che volevamo far emergere il fanciullo che è in noi. Eri contento! Ecco il linguaggio dell'inconscio che in seguito fiorisce. La donna bambina che dici che sono, veglia e protegge il suo bene più prezioso che sei tu, per amarlo, rigenerarlo, proteggerlo dalle sue paure, per non farlo invecchiare. Bellissime alchimie da brividi.
Le tue dinamiche, le tue parole, sono quanto di più specifico e mirato per la mia persona. Nel profondo della mia individualità. Sei un perfetto stilista su misura per la mia anima. Hai vestito a festa le mie insicurezze facendone un abito regale, ma visibile a pochi. La cosa che più mi strazia di commozione è che siamo funzionali reciprocamente. Tutti e due abbiamo capito nel profondo di cosa realmente avevamo bisogno. Hai capito che anche tu puoi essere realmente tanto amato, ed io ho capito che sei il tassello mancante di tutta la mia vita. Sentimento struggente, privilegio per pochi. 
I tuoi nodi di smarrimento e di tenerezza infinita, che mi hai mostrato, sono di gioia e consapevolezza, se li sai leggere. Non di delusione o sconfitta, come ti sembrava all'inizio. Impara a percepirti. Non c'entra il tuo lavoro, il tuo servizio. Siamo io e te senza filtri, faccia a faccia con noi stessi. Un rapporto autentico e pieno di poesia, siamo liberi di ridere e di piangere senza pregiudizio. Così ci siamo sempre relazionati, vissuti, e per questo incontrati. Se farai fluire tutte le tue emozioni senza paura, ascoltando sempre il tuo cuore, sarà anche il modo migliore che avrai per onorare il ricordo di tua mamma.
Io ci sono, ci sarò sempre e sempre starò dalla tua parte. Averti nella mia vita è un onore, un privilegio. Ti senti a corto di verbi e parole, lo dici con pudore. Invece ogni tuo pensiero per me, ogni parola, sono il tuo tocco artistico finale, che dà luce e colore al quadro astratto della mia vita. Hai tolto il velo chiaroscurale con la saggezza del tuo animo genuino.
Dopo questo scritto, potrei avere il tuo disprezzo, la tua delusione. Ti potresti chiedere come si possa provare questo, per una persona mai incontrata. Ebbene, sono rimasta folgorata dalla tua persona. Dalle parole che mi han portata oltre la mera immagine visiva.
Questa lettera è il risultato del nostro dialogo e del nostro percorso. Mi piacerebbe avere un tuo riscontro. Se vorrai tagliarmi fuori, sarebbe un enorme dolore, totale e devastante sotto tutti i punti di vista. Ma non te ne farei una colpa. Non sentirti mai solo.
Ti bacio e ti saluto.
Sono molto commossa ed emozionata. Se ho sbagliato in qualcosa, ti prego di scusarmi.
Perdonami, se puoi. 




commento di Cinzia Baldazzi

La “lettera aperta” di Sabina Bracco indica, come destinatario, non solo un personaggio effettivo nel suo hic et nunc con il relativo sviluppo spazio-temporale occupato dalla scrittura, ma anche tutti noi in grado di vivere, pensare, amare, leggere. Ora, voi potreste obiettare: accade sempre, nei messaggi letterari (altrimenti non potremo comprenderli) di identificarsi più o meno con l’Io narrante, oppure con il narrato globale, nonostante, magari, non ne condividiamo affatto il contenuto trasmesso. Insomma, un processo dialettico reciproco si inaugura ogni qualvolta il mittente, in virtù di un canale - ad esempio lo scrivere - formula una fonte di informazioni, di espressioni varie:

Per la stragrande maggioranza tu sei un tramite, un mezzo. Una figura che migliora, guarisce le vite e gli affetti di tutti. […] Tu per me sei il fine. Il punto di luce dei miei sentimenti più forti ed autentici, e sono tutti per te.

Un simile quadro di scambio esistenziale e affettivo sembra così la parafrasi di un circuito semiotico dove il contenuto, il testo, avanza attraverso numerosi input dipendenti da distinte tematiche:

Il punto di luce dei miei sentimenti più forti ed autentici, e sono tutti per te. Sei il mio cucciolo e basta. Non un ponte di raccordo per arrivare chissà dove o chissà da chi.

Mentre le complesse influenze, le modifiche suscitate per proprio conto, possono provocare prese di coscienza e revisioni, soste e ripartenze, inversioni, cambiamenti di rotta, tutti autorizzati, semmai desiderati:

Da principio ti ho cercato con un altro spirito, per un altro cammino. Vivevo in un limbo nebuloso, permeato di false verità, di concetti contorti e sbagliati. I miei rami secchi tali erano. Poi ho iniziato a viverti con il cuore.

La vita dovrebbe essere immediata, essenziale, suggerisce la Bracco, e i rapporti con la gente adottare una forma schietta. A distanza di cinquant’anni, vale forse ancora quanto auspicato da Eugenio Montale:

Un grande colpo di scopa dovrebbe abbattere un modus vivendi che non era fatto solo di carta, di regole, di convenzioni, ma anche dell’oscuro lavoro, del sacrificio di immensi popoli di formiche umane. E ora sarebbe dunque finito il mondo? Diciamo pure di sì; aggiungendo però che si può immaginare un altro che l’uomo potrebbe abbellire non solo con le sue mani, ma per il semplice fatto di vivere, di esistere.

Sempre nelle parole del poeta, all’inizio degli anni ’70 la situazione non sembrava poi così diversa da quella odierna:

Tutto fa pensare che l’uomo d’oggi sia più che mai un estraneo vivente tra estranei, e che l’apparente comunicazione della vita odierna - una comunicazione che non ha precedenti - avvenga non tra uomini veri ma tra i loro duplicati.

La messa in luce dell’Io mistificato, contaminato, alienato, diventa allora missione cruciale dell’individuo. Sabina Bracco riesce a individuarne e fissarne l’attimo evidenziando come si tratti non di una scoperta bensì di un ritrovamento:  

Noi non ci siamo conosciuti, ma riconosciuti. Ricordo il tuo stupore ai nostri primi contatti! Quasi a dirci in maniera criptica e velata che volevamo far emergere il fanciullo che è in noi. Eri contento!

Il “fanciullino” di origine pascoliana presupponeva, però, un’unità di misura di base capace di consentire lo sconfinamento dagli anni dell’infanzia a quelli maturi rimanendo nel medesimo campo semiotico. Adesso è diverso, ma ritenere tuttora valida la possibilità della conservazione del nostro Io profondo costituisce da parte della Bracco un gesto di notevole coraggio, rinforzato in misura ideale da altre affermazioni montaliane:

Un tempo l’uomo fu creduto misura di tutte le cose, più tardi si continuò a crederlo misura di qualche cosa, oggi non lo si crede più misura di nulla, eppure le possibilità del termitaio umano si moltiplicano in proporzione inversa alla fiducia (alla perdita di fiducia) che l’uomo ha in sé.

Trapela, dunque, l’amore per la materia prima della vita, per la bellezza della passione, il vincolo stretto con il colore del senso e dell’epoca attuali. Tante volte pensiamo che il nostro percorso dipenda da uno, due incontri capitali, grazie ai quali non solo abbiamo l’opportunità di entrare in un gioco irripetibile di sentimenti astratti o realizzati, ma anche, soprattutto, guidati da un’esistenza alternativa usciamo dal «marasma» circostante, carichi di una forza eccezionale. Nel messaggio della Bracco, elaborato anche nella forma di monologo, il contatto d’esordio avviene in assoluta libertà e il dialogo evocato riesce a parlare una nuova lingua in grado di varcare l’Inconscio:

La donna bambina che dici che sono, veglia e protegge il suo bene più prezioso che sei tu, per amarlo, rigenerarlo, proteggerlo dalle sue paure, per non farlo invecchiare. Bellissime alchimie da brividi. Le tue dinamiche, le tue parole, sono quanto di più specifico e mirato per la mia persona. Nel profondo della mia individualità.

In tale modalità linguistica emerge la parola idonea a esaurire di colpo l’intera sua impronta vitale, mentre un’altra più energica apparirà nella propria sostanza tempo dopo, in intervalli inaspettati. L’amore intraprende un itinerario di autocoscienza:

Tutti e due abbiamo capito nel profondo di cosa realmente avevamo bisogno. Hai capito che anche tu puoi essere realmente tanto amato, ed io ho capito che sei il tassello mancante di tutta la mia vita. Sentimento struggente, privilegio per pochi.

E in un «sentimento struggente» traspare appunto l’impegno, in piena coscienza, di mutare il reale lavorando affinché si accetti la purezza, senza esitare a intaccarla se il prezzo è la verità:

Siamo io e te senza filtri, faccia a faccia con noi stessi. Un rapporto autentico e pieno di poesia, siamo liberi di ridere e di piangere senza pregiudizio.

Commentando i versi di Juan Ramón Jiménez, Carlo Bo ha dichiarato come il poeta andaluso avesse consumato l’ultima parte della sua vita

a discutere dentro di sé tutte le possibilità, confrontando soluzioni con soluzioni, risposte con risposte: sempre in vista della verità che si trasforma prima di arrivare, in vista dell’assoluto che si fa per tempi e momenti successivi.

Nella lettera della Bracco rinveniamo esempi di una simile fase di passaggio:

Da principio ti ho cercato con un altro spirito, per un altro cammino. Vivevo in un limbo nebuloso, permeato di false verità, di concetti contorti e sbagliati. […] Poi ho iniziato a viverti con il cuore.

La poetica, dunque, proposta dalla nostra Sabina sul metro della poesia passionale transita verso quella dell’idea, appellandosi alla fantasia, alla bellezza.
È vero, possono talora scarseggiare i segni-segnali da utilizzare:

Ti senti a corto di verbi e parole, lo dici con pudore. Invece ogni tuo pensiero per me, ogni parola, sono il tuo tocco artistico finale, che dà luce e colore al quadro astratto della mia vita.

Poi subentra il desiderio di amare, per cui i rischi valgono la pena di essere affrontati:

Dopo questo scritto, potrei avere il tuo disprezzo, la tua delusione.

Se infatti la filosofia implica un bene ulteriore e la religione un valido aiuto, esclusiva evasione consentita dalla sofferenza rimane la poesia, in particolare la poësis amorosa. Osserva Bruno Cagli a proposito di un vate dell’eros quale Jacques Prévert:

Non soltanto chi constata che amare è impossibile o chi sotto sotto non se la sente di impegnarsi vuol pure consolarsi di tanta aridità, ma ancora il rancore verso la logica, verso il pensiero in generale fa il buon gioco dell’ipotesi che l’amore sia l’unica cura di tanti mali.

Concludiamo con uno slittamento nell’Oriente con il grande poeta bengalese Rabindranath Tagore:

La vita è diventata amore perfetto, uomo e donna diventati un’unica persona per sempre.

Chissà se questa lettera avrà un riscontro all’altezza di eliminare un dolore enorme, totale, devastante. È la speranza di Sabina, e di noi tutti.

4 commenti:

  1. Sabina, mi hai lasciato senza fiato...: ho assaporato ogni frase, anzi ogni singola parola della Tua stupenda "lettera aperta" e Ti ringrazio di averle finalmente condivise perché fanno bene al cuore e all'anima delle persone sensibili come noi, affamate di BELLEZZA e di SENTIMENTO! Condivido in pieno anche il prezioso commento di Cinzia, che ha saputo trovare nel Tuo scritto richiami a grandi poeti e pensatori e, anche in funzione di questi, Ti incito a continuare su questa strada ed a regalarci ancora tante EMOZIONI!!! GRAZIE!

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    1. Grazie da parte mia, Giancarlo, per le tue belle parole!

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  2. grazie sabina per questo tuo scrivere che riesce ad esprimere i sentimenti che chi possiede un animo gentile, chi ama senza riserva alcuna spesso vive durante la propria esistenza e grazie anche a cinzia che ha tradotto in pieno tutte le tue emozioni.

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