Prende avvìo questa domenica la rubrica “Pages”,
curata settimanalmente da Enzo Baldazzi. È uno spazio di segnalazioni librarie dedicato
per un verso all’attualità e alle nuove uscite, per l’altro alla riproposizione
di “classici”, o comunque di opere “a catalogo”, in virtù di un dibattito in
corso o di attinenze storico-sociali del momento.
Kenzaburō Ōe – Il
grido silenzioso (1967)
Il romanzo dello
scrittore giapponese, Premio Nobel per la Letteratura nel 1994 (negli anni
della trilogia intitolata Il verde albero
in fiamme), narra la storia di due fratelli: Mitsusaburo (il narratore)
professore di Inglese, sposato, e suo fratello minore Takashi. È una lettura
affascinante, lirica e oscura. Il fratello maggiore, Mitsu, si ritrova in una
“fossa” metaforica, dove ha condotto se stesso.
Tutto in questo
romanzo è simbolico, tutto viene ricondotto alla descrizione di uno stato
psicologico. Sia la ricerca, consapevole o meno, di Mitsu di una via d’uscita,
sia il rapporto difficile con il fratello.
Una storia narrata in
modo crudo e brutale. Kenzaburō Ōe non nasconde nulla della natura umana, in
particolare attraverso il protagonista, che vive la sofferenza, fisica e
mentale, come una compagna di viaggio.
Il grido silenzioso è un’allegoria della sconfitta Giapponese nella seconda guerra
mondiale, attraverso la storia di una famiglia dove il dolore assume la forma
di un horror.
Kenzaburō Ōe
Il grido silenzioso
Milano, Garzanti,
1987
a cura di Mara
Muzzarelli, trad. Nicoletta Spadavecchia
pp. 271, € 8,00
Nessun commento:
Posta un commento