“Pages” di Enzo
BALDAZZI – “Le opinioni di un clown” di Heinrich Böll
Heinrich Boll - Le
opinioni di un clown (1963)
Heinrich Böll, nato
a Colonia nel 1917 e morto a Langenbroich nel 1985, è da considerare uno dei
più grandi scrittori tedeschi. Famoso per essere particolarmente critico del
nazismo, della politica e della chiesa, ha ricevuto il Nobel per la Letteratura
nel 1972.
Bonn,
Germania, 1962. Il protagonista Hans Schnier, figlio di una ricca famiglia
protestante, è un giovane artista circense impegnato a esibirsi in uno
spettacolo itinerante per il paese. È stato costretto a una battuta di arresto
a causa di un infortunio al ginocchio e all’abbandono da parte dell’amata Maria:
la donna, ossessionata dal peccato in quanto fervente cattolica e figlia di un
comunista, gli preferisce il borghese Zupfner, più ligio alle regole, oltre che
cattolico.
La
figura del clown, almeno nell’interpretazione di Hans, è quella di un individuo
che rifugge la norma e la morale borghese nel tentativo di seguire il suo cuore
e un personale senso dell’etica. Ma è anche una figura sarcastica, critica -
come lo è del resto l’autore Heinrich Böll - nei confronti del clero, scomoda e
complessa, che racchiude in se l’anima controversa di una Germania postbellica.
Intollerante a ogni forma di ipocrisia, assume un atteggiamento fin troppo
perfezionista nella ricerca del dettaglio. Il personaggio principale de Le opinioni di un clown si presta a
diverse interpretazioni da parte del lettore: per alcuni risulta innocente e
puro, altri lo vedono negativo e cinico.
Hans
è un antieroe con una peculiarità, almeno a suo dire: saper riconoscere gli
odori, e quindi la personalità dell’interlocutore, attraverso il telefono.
Telefonate rivolte alla borghesia di Bonn, attraverso le quali Hans cerca di
avere indietro la sua Maria. Perché, a suo avviso, è l’ipocrita società
borghese, con le sue regole e la sua falsità, ad avergli sottratto il grande
amore.
La
narrazione di Le opinioni di un clown
è in prima persona, divisa tra passato e presente. Con il procedere della
lettura veniamo a conoscenza dei motivi del declino di Hans e delle varie
persone che ha incontrato e con le quali ha quasi sempre avuto un rapporto
negativo. Praticamente, ogni personaggio descritto diventa oggetto di biasimo.
Questo perché il focus narrativo è incentrato sulla critica: alla società, alla
religione, al perbenismo. Il tutto racchiuso in una Germania degli anni ’60 che
cerca di dimenticare la sua storia, negando di essere stata a favore del regime
nazista, di non essere mai stata complice dei misfatto ad esso attribuito.
Viene
descritto il grottesco della vita tramite il punto di vista personale del
protagonista, perché nella figura di Hans l’autore conduce il lettore nella
disamina di una realtà capovolta: il pagliaccio, con lo scorrere delle pagine,
diventa il personaggio più serio, capace di amare a dispetto della propria
educazione conformista.
L’ambientazione
è così limitata nello spazio e nel tempo da ricordare quella di una pièce
teatrale: tutto in pratica si svolge all’interno della casa dell’uomo e
nell’arco di poche ore. Lo stile di Böll è piacevole e ironico, con un buon
ritmo condito da battute taglienti da parte di Hans.
In
conclusione, Le opinioni di un clown
è un’opera straziante e melanconica, nella quale non è lecito aspettarsi il
lieto fine. Eppure a mio avviso è importante considerare Hans come uno specchio
nel quale riflettere noi stessi per porre un interrogativo: è giusto vivere in
un mondo dove l’opinione altrui è cosi importante? nel quale siamo costretti a
provare vergogna delle nostre emozioni?
Heinrich Boll
Le opinioni
di un clown (Ansichten eines Clowns, 1963)traduzione Amina Pandolfi
Milano, Mondadori, 1965, pp. 280
RispondiEliminaprofonda e interessante riflessione sulla morale che scaturisce dalla ricerca di una conciliazione tra un’autentica coscienza religiosa e un animo concreto e libero avverso a ogni falsa sovrastruttura dogmatica
In effetti, Mapi, hai ragione. E oggi, più che ai tempi di Böll, benché le Crociate avessero già 700 anni, la coscienza religiosa, la risposta al dogma e il comportamento nella vita reale - ne siamo tutti consapevoli - sono elementi difficili da combinare in scala gerarchica.
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