“Pages”
di Enzo BALDAZZI
Bel
Ami (1885) di Guy de Maupassant
Considerato
uno dei fondatori del racconto moderno, Guy de Maupassant ha accolto
ed elaborato l’influenza di Emile Zola e Gustave Flaubert, nonché
della filosofia di Arthur Schopenhauer. I suoi racconti, come i
romanzi, presentano un'ampia denuncia della società borghese, della
stupidità, della cupidigia e infine della sua crudeltà. Gli uomini
di queste vicende agiscono guidati da istinti bestiali e l'amore si
riduce per loro a una funzione puramente fisica. Un pessimismo del
genere, forte e inquietante, pervade l’intera opera di Maupassant.
Pur
essendo un romanzo scritto nel tardo ‘800 - al pari della grande
letteratura - Bel Ami
risulta sempre attuale, riuscendo a coniugare sesso, soldi,
corruzione e potere in modo concreto e convincente, senza alcuna
retorica. Il protagonista assoluto, l’Ami George Duroy, è un uomo
di origini modeste e provinciali, da poco congedatosi dalla carriera
militare dopo tre anni passati nell’esercito in Algeria: grazie
alla propria bramosia, alla mancanza di remore e al fascino
esercitato nei confronti delle donne inizia così un’ardita scalata
sociale.
Il
plot è relativo a un giovane senza scrupoli, guidato da un’ambizione
cieca, inquieto, capace di allacciare svariati rapporti amorosi con
l’altro sesso. Una delle relazioni narrate fa sì che l’antieroe
del romanzo guadagni il soprannome di Bel Ami, ovvero una traduzione
artefatta di Meraviglioso Amico. Ma l’aggettivo Bel si può
prestare anche a una interpretazione più ambigua, come il
personaggio stesso che lo incarna: poiché Duroy è una sorta di
avventuriero del ‘800 dotato però di un atteggiamento moderno
privo di velleità romantiche, quasi sospinto da pulsioni elementari
ed essenziali.
La
ricerca da parte di Duroy della ricchezza e del successo nei
boulevards parigini prende l’avvio dall’incontro con un amico di
vecchia data, Charles Forestier: il quale darà il “la” alla sua
ascesa nel mondo del giornalismo. Conoscerà quindi Madeline
Forestier, moglie di Charles, e successivamente Madame De Marelle,
entrambe con un ruolo importante nella trama-intreccio della storia.
La prima sostituirà direttamente nella scrittura l’intraprendente
Bel Ami, in occasione del suo primo articolo giornalistico; della
seconda diventerà addirittura l’amante.
Duroy
si muove in un contesto storico pervaso dalla speculazione
finanziaria, in una Parigi viziosa e decadente, dove riesce, grazie
all’avvenenza, a ritagliarsi uno spazio ragguardevole. Un aspetto
interessante, ben chiaro nella lettura, è l’importanza del ruolo
ricoperto dalle donne nella società, ossia l’indipendenza
manifestata da alcune di loro.
Credo
sia utile tenere a mente la conoscenza di prima mano maturata da
Maupassant del mondo giornalistico, a tempi nei quali collaborava a
“Le Figaro”. In tale ambito infatti sviluppò una sincera
consapevolezza e un genuino senso critico del rapporto subordinato
del “quarto potere” nei confronti della politica.
…La
vita è un’erta. Mentre si sale, si guarda la cima e ci si sente
felici; ma quando si arriva in alto si scopre di colpo la discesa e
la fine, che è la morte. Scorre lentamente quando si sale, ma passa
in fretta quando si discende…
I
lettori di Maupassant non si prestano a essere gratificati dalla
descrizione di un protagonista mediocre, tuttavia simpatico e
accattivante; al contrario, si confrontano con un George Duroy
dipinto dall’autore come individuo socialmente immaturo, privo di
etica e saldi valori morali, a tutti gli effetti il prototipo del
mondo al quale appartiene: rappresenta dunque la perfetta sintesi di
cinismo, ipocrisia e spiccato senso dell’opportunità. Nonostante
attitudini asociali del genere, o forse proprio in virtù del loro
raggio d’azione, riesce a centrare gli obiettivi di volta in volta
fissati.
Il
nostro scrittore della letteratura francese contemporanea, sempre
capace di andare oltre un falso senso dell’etica senza con ciò
scivolare in un inappellabile pessimismo alla Schopenhauer, presenta
una satira feroce ma nel contempo sobria della società dell’epoca:
giudicata negativamente e prendendone le distanze. I toni pertanto
possono essere quelli raffinati di una farsa, al limite del
grottesco. Bel Ami è
decisamente, almeno a mio avviso, uno dei grandi capolavori
letterari di tutti i tempi, se non altro per essere all’altezza di
interpretare la natura umana senza inutili pregiudizi, ma con uno
sguardo rivolto a superarne le contraddizioni.
Guy
de Maupassant
Bel
Ami
trad.
Dianella Selvatico Estense
Milano,
Mondadori, 1979
E mai possibile che un ragazzino come me abbia anche letto questo bel romanzo che ai miei tempi era anche un po' messo all'indice?
RispondiEliminaE' possibile, certo. Il personaggio di Bel Ami è considerato la sintesi del seduttore arrivista, quindi un personaggio negativo.
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