domenica 18 febbraio 2018


Bel Ami” di Guy de Maupassant
Pages” di Enzo BALDAZZI



Bel Ami (1885) di Guy de Maupassant

Considerato uno dei fondatori del racconto moderno, Guy de Maupassant ha accolto ed elaborato l’influenza di Emile Zola e Gustave Flaubert, nonché della filosofia di Arthur Schopenhauer. I suoi racconti, come i romanzi, presentano un'ampia denuncia della società borghese, della stupidità, della cupidigia e infine della sua crudeltà. Gli uomini di queste vicende agiscono guidati da istinti bestiali e l'amore si riduce per loro a una funzione puramente fisica. Un pessimismo del genere, forte e inquietante, pervade l’intera opera di Maupassant.
Pur essendo un romanzo scritto nel tardo ‘800 - al pari della grande letteratura - Bel Ami risulta sempre attuale, riuscendo a coniugare sesso, soldi, corruzione e potere in modo concreto e convincente, senza alcuna retorica. Il protagonista assoluto, l’Ami George Duroy, è un uomo di origini modeste e provinciali, da poco congedatosi dalla carriera militare dopo tre anni passati nell’esercito in Algeria: grazie alla propria bramosia, alla mancanza di remore e al fascino esercitato nei confronti delle donne inizia così un’ardita scalata sociale.
Il plot è relativo a un giovane senza scrupoli, guidato da un’ambizione cieca, inquieto, capace di allacciare svariati rapporti amorosi con l’altro sesso. Una delle relazioni narrate fa sì che l’antieroe del romanzo guadagni il soprannome di Bel Ami, ovvero una traduzione artefatta di Meraviglioso Amico. Ma l’aggettivo Bel si può prestare anche a una interpretazione più ambigua, come il personaggio stesso che lo incarna: poiché Duroy è una sorta di avventuriero del ‘800 dotato però di un atteggiamento moderno privo di velleità romantiche, quasi sospinto da pulsioni elementari ed essenziali.
La ricerca da parte di Duroy della ricchezza e del successo nei boulevards parigini prende l’avvio dall’incontro con un amico di vecchia data, Charles Forestier: il quale darà il “la” alla sua ascesa nel mondo del giornalismo. Conoscerà quindi Madeline Forestier, moglie di Charles, e successivamente Madame De Marelle, entrambe con un ruolo importante nella trama-intreccio della storia. La prima sostituirà direttamente nella scrittura l’intraprendente Bel Ami, in occasione del suo primo articolo giornalistico; della seconda diventerà addirittura l’amante.
Duroy si muove in un contesto storico pervaso dalla speculazione finanziaria, in una Parigi viziosa e decadente, dove riesce, grazie all’avvenenza, a ritagliarsi uno spazio ragguardevole. Un aspetto interessante, ben chiaro nella lettura, è l’importanza del ruolo ricoperto dalle donne nella società, ossia l’indipendenza manifestata da alcune di loro.
Credo sia utile tenere a mente la conoscenza di prima mano maturata da Maupassant del mondo giornalistico, a tempi nei quali collaborava a “Le Figaro”. In tale ambito infatti sviluppò una sincera consapevolezza e un genuino senso critico del rapporto subordinato del “quarto potere” nei confronti della politica.

La vita è un’erta. Mentre si sale, si guarda la cima e ci si sente felici; ma quando si arriva in alto si scopre di colpo la discesa e la fine, che è la morte. Scorre lentamente quando si sale, ma passa in fretta quando si discende…

I lettori di Maupassant non si prestano a essere gratificati dalla descrizione di un protagonista mediocre, tuttavia simpatico e accattivante; al contrario, si confrontano con un George Duroy dipinto dall’autore come individuo socialmente immaturo, privo di etica e saldi valori morali, a tutti gli effetti il prototipo del mondo al quale appartiene: rappresenta dunque la perfetta sintesi di cinismo, ipocrisia e spiccato senso dell’opportunità. Nonostante attitudini asociali del genere, o forse proprio in virtù del loro raggio d’azione, riesce a centrare gli obiettivi di volta in volta fissati.
Il nostro scrittore della letteratura francese contemporanea, sempre capace di andare oltre un falso senso dell’etica senza con ciò scivolare in un inappellabile pessimismo alla Schopenhauer, presenta una satira feroce ma nel contempo sobria della società dell’epoca: giudicata negativamente e prendendone le distanze. I toni pertanto possono essere quelli raffinati di una farsa, al limite del grottesco. Bel Ami è decisamente, almeno a mio avviso, uno dei grandi capolavori letterari di tutti i tempi, se non altro per essere all’altezza di interpretare la natura umana senza inutili pregiudizi, ma con uno sguardo rivolto a superarne le contraddizioni.


Guy de Maupassant
Bel Ami
trad. Dianella Selvatico Estense
Milano, Mondadori, 1979



2 commenti:

  1. E mai possibile che un ragazzino come me abbia anche letto questo bel romanzo che ai miei tempi era anche un po' messo all'indice?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' possibile, certo. Il personaggio di Bel Ami è considerato la sintesi del seduttore arrivista, quindi un personaggio negativo.

      Elimina