Il lungo addio
(The Long Goodbye, 1953) di Raymond Chandler
Philip
Marlowe, investigatore privato, incontra e fa amicizia con Terry Lennox
all’uscita di un club di Beverly Hills, a Los Angeles. I due avranno modo di
rivedersi, e in quell’occasione il protagonista conoscerà qualche dettaglio
importante sulla vita privata di Lennox, sposato con una donna ricca, Sylvia
Potter, figlia di un magnate dell’editoria e moglie niente affatto fedele.
Qualche tempo dopo la stessa viene assassinata e i sospetti della polizia
ricadono sul marito. Dopo un confronto con Lennox, Marlowe si convincerà della
sua innocenza e deciderà di aiutarlo, a dispetto dei rischi e dell’incredulità
generale.
Tra
le molteplici avventure di Philip Marlowe, la storia dell’amicizia Marlowe-Lennox
(raccontata nel sesto volume) porta lo stile noir a livelli superiori, attraverso ricche metafore e con un
linguaggio in grado di renderle ancora attuali; e con numerose citazioni alla
letteratura allora contemporanea, ad esempio la mitica The Waste Land di T.S Eliot.
È
un libro che lascia un’impronta indelebile grazie al suo stile elegante. Molti
potrebbero sorprendersi della prosa, intellettuale e psicologica, in
particolare associata a un plot del genere, vale a dire poliziesco. Ma se
questa considerazione è fuori luogo, lo è solo per chi non conosce Chandler e
le sue capacità narrative.
Nella
trama, troviamo un protagonista ormai anziano, sempre più tormentato dall’alcool, pervaso da un
cinismo quasi esasperante: eppure si pone come uno scudo in difesa del suo
amico. Perché per Marlowe, quindi per Chandler, la manly friendship rappresenta un valore inderogabile, anche se
soggetta a terribili difficoltà:
…Nell’amicizia virile come nell’amore bisogna essere
in due, ma la quota di amicizia o d’amore non è mai uguale…
Si
potrebbe dire che Marlowe sia l’uomo che ognuno di noi vorrebbe essere, e nello
stesso tempo l’amico che tutti vorremmo conoscere. Per quanto il suo
atteggiamento possa risultare compassato, la morale è sempre ben salda. La
bussola è sempre direzionata verso la verità, a dispetto del prezzo da pagare. Ma
Philip Marlowe è anche un uomo romantico, perché spesso accade che il
romanticismo si mostri come l’altra faccia del cinismo.
Quella
descritta nel Lungo addio è una
società americana forse più ottimista rispetto ad altre opere di Chandler: ciò
condiziona anche la caratterizzazione dei protagonisti. Eppure il rapporto tra
questi due uomini, in particolare nell’epilogo - di non facile lettura -
rischia di rimettere tutto in discussione. Ma attenzione, se teniamo a mente il
pregresso, in realtà risulterà chiaro
cosa voglia evidenziare lo scrittore: per l’amicizia si è disposti a tutto.
Anche a cadere nell’errore estremo.
Indimenticabile
il film del 1973 di Robert Altman con un grandissimo Elliot Gould e un
suggestivo Sterling Hayden.
Raymond Chandler
Il lungo addio
Milano, Bompiani,
pp. 320
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