domenica 4 febbraio 2018

“Pages” di Enzo BALDAZZI - “Il lungo addio” di Raymond Chandler
 
 

Il lungo addio (The Long Goodbye, 1953) di Raymond Chandler 

Philip Marlowe, investigatore privato, incontra e fa amicizia con Terry Lennox all’uscita di un club di Beverly Hills, a Los Angeles. I due avranno modo di rivedersi, e in quell’occasione il protagonista conoscerà qualche dettaglio importante sulla vita privata di Lennox, sposato con una donna ricca, Sylvia Potter, figlia di un magnate dell’editoria e moglie niente affatto fedele. Qualche tempo dopo la stessa viene assassinata e i sospetti della polizia ricadono sul marito. Dopo un confronto con Lennox, Marlowe si convincerà della sua innocenza e deciderà di aiutarlo, a dispetto dei rischi e dell’incredulità generale.
Tra le molteplici avventure di Philip Marlowe, la storia dell’amicizia Marlowe-Lennox (raccontata nel sesto volume) porta lo stile noir a livelli superiori, attraverso ricche metafore e con un linguaggio in grado di renderle ancora attuali; e con numerose citazioni alla letteratura allora contemporanea, ad esempio la mitica The Waste Land di T.S Eliot.
È un libro che lascia un’impronta indelebile grazie al suo stile elegante. Molti potrebbero sorprendersi della prosa, intellettuale e psicologica, in particolare associata a un plot del genere, vale a dire poliziesco. Ma se questa considerazione è fuori luogo, lo è solo per chi non conosce Chandler e le sue capacità narrative.
 


 
Nella trama, troviamo un protagonista ormai anziano, sempre  più tormentato dall’alcool, pervaso da un cinismo quasi esasperante: eppure si pone come uno scudo in difesa del suo amico. Perché per Marlowe, quindi per Chandler, la manly friendship rappresenta un valore inderogabile, anche se soggetta a terribili difficoltà: 

…Nell’amicizia virile come nell’amore bisogna essere in due, ma la quota di amicizia o d’amore non è mai uguale…  

Si potrebbe dire che Marlowe sia l’uomo che ognuno di noi vorrebbe essere, e nello stesso tempo l’amico che tutti vorremmo conoscere. Per quanto il suo atteggiamento possa risultare compassato, la morale è sempre ben salda. La bussola è sempre direzionata verso la verità, a dispetto del prezzo da pagare. Ma Philip Marlowe è anche un uomo romantico, perché spesso accade che il romanticismo si mostri come l’altra faccia del cinismo.
Quella descritta nel Lungo addio è una società americana forse più ottimista rispetto ad altre opere di Chandler: ciò condiziona anche la caratterizzazione dei protagonisti. Eppure il rapporto tra questi due uomini, in particolare nell’epilogo - di non facile lettura - rischia di rimettere tutto in discussione. Ma attenzione, se teniamo a mente il pregresso, in realtà risulterà  chiaro cosa voglia evidenziare lo scrittore: per l’amicizia si è disposti a tutto. Anche a cadere nell’errore estremo.
Indimenticabile il film del 1973 di Robert Altman con un grandissimo Elliot Gould e un suggestivo Sterling Hayden.
 
Raymond Chandler
Il lungo addio
Milano, Bompiani, pp. 320
 
 
 
 

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