“Non lasciarmi” di
Kazuo Ishiguro - “Pages” di Enzo BALDAZZI
Non lasciarmi
(2005), romanzo di Kazuo Ishiguro
È
uno scrittore di origine giapponese trasferitosi a sei anni nel Regno Unito,
vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 2017. Tradotto in più di
quaranta lingue, per il romanzo Quel che
resta del giorno (da cui l’omonimo film) gli viene assegnato il Booker
Prize, il più importante riconoscimento letterario britannico. Nel 2005
conquista il premio Alex con Non
lasciarmi, anch’esso oggetto di una versione cinematografica.
Kathy,
Tommy e Ruth sono cresciuti insieme a Hailsham, un collegio sperduto nelle
campagne inglesi. Crescono accuditi da un gruppo di insegnanti, incaricati del
loro training formativo ed educativo. Ruth e Kathy sono molto amiche, Tommy si
fidanza con Ruth. Nello scorrere del tempo comprendono la loro diversità
rispetto agli adulti, e non per una semplice questione anagrafica. La
percepiscono chiaramente nello sguardo di Madame, una delle responsabili, la
quale sceglie di mantenersi a debita distanza, e non sarà l’unica educatrice ad
adottare quel comportamento.
Sono
messi a conoscenza del reale da Miss Lucy, un’insegnante decisa a non
perpetuare la crudele menzogna; non sopporta infatti di distruggere i sogni di
quei bambini, così innocenti nella loro giovinezza. Perché il corso della loro
vita è stato determinato da altri, essendo progettati per essere donatori e
assistenti: nella realtà asettica sono cloni creati in laboratorio per donare i
propri organi agli umani malati. Nonostante le premesse, vengono descritti come
dotati di personalità estremamente positive, guidati dall'amore e
dall'amicizia.
In
questo romanzo aleggia un sottile mistero reso intenso da una varietà di generi letterali: il gotico si mescola con la
fantascienza, il tutto mediato da un utilizzo sapiente delle allegorie. La
narrazione esplora la futilità della vita in una vicenda dove i protagonisti
scelgono di venire a patti con un finale inevitabile. Il dolore e, a un certo
punto, la rassegnazione di Kathy colpiscono con la forza di un maglio: è
abbastanza lucida da comprendere il proprio fato, pur non avendo sufficiente forza per riuscire a ostacolarlo.
Non è però consapevole che la sua vita, per come è stata modellata, è priva di
una componente fondamentale dell’umanità: la speranza nel domani. Quest’ultima
è un input assoluto di aspettative fiduciose nella realizzazione, presente o
futura, di quanto si desidera.
Il
taglio caratteriale dei personaggi sfiora la perfezione, l’autore gioca con il
lettore, non però con i suoi protagonisti, non rendendoli oggetti di
compassione bensì mantenendo una ferma dignità intoccabile. Il mondo descritto,
un cosmo ucronico, non è lontano dal nostro, al contrario Ishiguro sviluppa un
tema che risulta verosimile, e pone di fronte a un cruciale interrogativo di
natura etica: cosa saremmo disposti a fare allo scopo di vivere più a lungo?
Dunque,
Non lasciarmi è insieme un’opera
romantica e malinconica, in prevalenza direi una grande storia d’amore. Ciò non
toglie che alla fine la sensazione prevalente sia una disperazione senza
appello: perché, mentre piangiamo le sorti dei protagonisti, come consuetudine
di ogni evento luttuoso, in realtà a prevalere è lo sconforto di noi tutti.
Kazuo Ishiguro
Non lasciarmi (Never Let Me
Go)trad. Paola Novarese
Torino, Einaudi, pp. 298, € 17,50
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