domenica 11 febbraio 2018


“Non lasciarmi” di Kazuo Ishiguro - “Pages” di Enzo BALDAZZI
 

Non lasciarmi (2005), romanzo di Kazuo Ishiguro

È uno scrittore di origine giapponese trasferitosi a sei anni nel Regno Unito, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 2017. Tradotto in più di quaranta lingue, per il romanzo Quel che resta del giorno (da cui l’omonimo film) gli viene assegnato il Booker Prize, il più importante riconoscimento letterario britannico. Nel 2005 conquista il premio Alex con Non lasciarmi, anch’esso oggetto di una versione cinematografica.
 
Kathy, Tommy e Ruth sono cresciuti insieme a Hailsham, un collegio sperduto nelle campagne inglesi. Crescono accuditi da un gruppo di insegnanti, incaricati del loro training formativo ed educativo. Ruth e Kathy sono molto amiche, Tommy si fidanza con Ruth. Nello scorrere del tempo comprendono la loro diversità rispetto agli adulti, e non per una semplice questione anagrafica. La percepiscono chiaramente nello sguardo di Madame, una delle responsabili, la quale sceglie di mantenersi a debita distanza, e non sarà l’unica educatrice ad adottare quel comportamento.
Sono messi a conoscenza del reale da Miss Lucy, un’insegnante decisa a non perpetuare la crudele menzogna; non sopporta infatti di distruggere i sogni di quei bambini, così innocenti nella loro giovinezza. Perché il corso della loro vita è stato determinato da altri, essendo progettati per essere donatori e assistenti: nella realtà asettica sono cloni creati in laboratorio per donare i propri organi agli umani malati. Nonostante le premesse, vengono descritti come dotati di personalità estremamente positive, guidati dall'amore e dall'amicizia.
In questo romanzo aleggia un sottile mistero reso intenso da una varietà di  generi letterali: il gotico si mescola con la fantascienza, il tutto mediato da un utilizzo sapiente delle allegorie. La narrazione esplora la futilità della vita in una vicenda dove i protagonisti scelgono di venire a patti con un finale inevitabile. Il dolore e, a un certo punto, la rassegnazione di Kathy colpiscono con la forza di un maglio: è abbastanza lucida da comprendere il proprio fato, pur non avendo  sufficiente forza per riuscire a ostacolarlo. Non è però consapevole che la sua vita, per come è stata modellata, è priva di una componente fondamentale dell’umanità: la speranza nel domani. Quest’ultima è un input assoluto di aspettative fiduciose nella realizzazione, presente o futura, di quanto si desidera.
Il taglio caratteriale dei personaggi sfiora la perfezione, l’autore gioca con il lettore, non però con i suoi protagonisti, non rendendoli oggetti di compassione bensì mantenendo una ferma dignità intoccabile. Il mondo descritto, un cosmo ucronico, non è lontano dal nostro, al contrario Ishiguro sviluppa un tema che risulta verosimile, e pone di fronte a un cruciale interrogativo di natura etica: cosa saremmo disposti a fare allo scopo di vivere più a lungo?
Dunque, Non lasciarmi è insieme un’opera romantica e malinconica, in prevalenza direi una grande storia d’amore. Ciò non toglie che alla fine la sensazione prevalente sia una disperazione senza appello: perché, mentre piangiamo le sorti dei protagonisti, come consuetudine di ogni evento luttuoso, in realtà a prevalere è lo sconforto di noi tutti.

Kazuo Ishiguro
Non lasciarmi (Never Let Me Go)
trad. Paola Novarese
Torino, Einaudi, pp. 298, € 17,50


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